La storia di Martina: «Io, infermiera laureata via Skype, ora in trincea contro il coronavirus» – Il video

24 anni, è già in servizio a Melegnano: «Siamo davanti ad un mostro invisibile che all’improvviso ti stravolge la vita»

«Vedo la gente morire, vedo la sofferenza con i miei occhi, ogni giorno. Nel reparto di terapia sub-intensiva dove lavoro ci sono giovani che, fino a due giorni fa, era sani e che adesso combattono contro un mostro invisibile, il Coronavirus, da soli su un letto d’ospedale. Non possono vedere i loro familiari, comunicano a gesti e quando mi chiedono di bere e gli tolgo la maschera, che serve per farli respirare, è come se vedessero il paradiso. Un’esperienza che mi ha cambiata tanto, un impatto emotivo fortissimo». A parlare a Open è Martina Fasiello, un’infermiera di appena 24 anni che si è laureata via Skype il 10 marzo (in anticipo di oltre un mese) e che ha trovato lavoro dopo appena sette giorni all’ospedale di Melegnano, comune di 18mila abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia.


Open | Martina Fasiello, infermiera di 24 anni, originaria di Lecce

«Quanta sofferenza nel mio reparto»

Martina è stata catapultata all’improvviso in questo mondo. Lei, originaria di Lecce, si è laureata all’Università degli Studi di Milano, e dall’oggi al domani si è trovata in un reparto di terapia sub-intensiva con 24 posti letto, tutti malati covid-19 «gravi, che hanno bisogno di ventilazione specifica». E la giovane infermiera, nonostante la stanchezza e un «impatto fortissimo» soprattutto dal punto di vista emotivo, «vuole farsi le ossa», vuole aiutare gli altri, «consolarli e assisterli, senza fare alcuna differenza tra giovani e anziani».


La laurea via Skype

Open | Il giorno della laurea

Il 22 aprile era prevista la sua laurea, anticipata al 10 marzo per l’emergenza sanitaria del coronavirus in Italia. C’era (e c’è) bisogno di infermieri. Non c’è più tempo da perdere. «Così ho chiuso in fretta e furia la mia tesi sperimentale e quel giorno, nella stessa videochiamata su Skype, prima ho affrontato l’esame abilitante da infermiera e poi la laurea. Tutto in un’ora. Ma devo essere sincera: che brutta sensazione non avere i genitori, gli amici e i parenti accanto, gli stessi che avevano già preso i biglietti aerei per il 22 aprile. Non era quello che volevo». Ma Martina non ha di certo rinunciato al tailleur: «Non potevo presentarmi in pigiama, quello rimane il tuo giorno e io ero emozionatissima. Accanto a me, per fortuna, c’erano le mie zie che mi ospitavano nella loro casa in Brianza».

La ricerca della casa

All’indomani dalla laurea, si è iscritta all’Ordine delle professioni infermieristiche e quel pomeriggio stesso ha ricevuto la sua prima offerta di lavoro: contratto a tempo determinato, fino al 16 maggio, all’ospedale di Melegnano. Immediata la ricerca di una casa: «In molti non volevano affittarmela perché faccio l’infermiera, proprio come succede ai medici. Forse hanno paura del contagio». Problema già denunciato da Open con la storia di un medico di Bologna cacciato di casa.

Ora Martina, nonostante la giovane età e la poca esperienza, si trova in trincea, in guerra contro un mostro che ha messo in ginocchio tutto il mondo.

Foto e video di Open

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