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«I malati sono 10 volte di più, tanti muoiono in casa». L’allarme dei medici di medicina generale

25 Marzo 2020 - 17:25 Valerio Berra
Paola Pedrini è il segretario della Fimmg, la Federazione italiana di medicina generale: «Noi medici di famiglia abbiamo parecchi malati a domicilio da seguire: ognuno riceve da 70 a 100 telefonate al giorno»

Paola Pedrini è il segretario della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale. All’agenzia di stampa AdnKronos ha spiegato che il quadro generale a Bergamo e nelle province lombarde più colpite dal Coronavirus potrebbe essere ancora peggiore rispetto ai dati ufficiali:

La situazione a Bergamo, una delle province lombarde più colpite dal nuovo coronavirus, al momento non è cambiata. Per vedere gli effetti delle misure di distanziamento sociale ci vorrà del tempo. I numeri fanno ancora paura. Noi medici di famiglia abbiamo parecchi malati a domicilio da seguire: ognuno riceve da 70 a 100 telefonate al giorno di persone che hanno tutti sintomi compatibili con la Covid 19, chi in forma più lieve e chi più severa.

I contagi sommersi, che non entrano nelle statistiche dei casi confermati, sono tantissimi visto che i tamponi non si fanno. Se nelle prime settimane potevamo stimare che i malati reali fossero 5 volte di più, ora sono 10 volte di più senza dubbio.

Contagi sommersi è la formula con cui definiscono tutti i casi di coronavirus che non passano dalle analisi ufficiali e quindi non entrano nelle stime diffuse dalle regioni e dalla Protezione civile. Paola Pedrini ha spiegato infatti che a Bergamo ogni medico di famiglia ha una media di tre pazienti con polmonite bilaterale.

I numeri reali sono tutt’altra cosa. Pure tanti decessi sfuggono alle statistiche ufficiali. Sono i pazienti che muoiono a casa. A Bergamo ogni medico di famiglia ha indicativamente una media di 3 pazienti trentenni con sospetta polmonite bilaterale. Ormai i casi li identifichiamo bene solo con il dato clinico.

È attendibile stimare circa 1.800 pazienti di questa età. Ovviamente i giovani pazienti con polmonite sono molti di meno rispetto a chi ha da 50-60 anni in su, ma anche i rianimatori hanno detto da subito che capitavano casi. Questo è solo per dire che tutti devono mantenere l’allerta e tutti devono seguire le indicazioni per il contenimento del contagio. Nessuno si può sentire tranquillo o immune.

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