Coronavirus. Plandemic, il video complottista americano e la ricercatrice Judy Mikovits

Un’intervista di 26 minuti che getta ombra a suon di bufale e disinformazione sulla pandemia per sostenere l’antivaccinismo

Oltre alla pandemia Coronavirus bisogna affrontare il problema dell’infodemia e in particolare la valanga di contenuti digitati da “milioni di scimmie” (cit. «la teoria della montagna di merda») che alimentano e danno spazio ai teorici del complotto. Tra queste c’è qualcuna più sofisticata, capace di creare contenuti elaborati e impattanti come il documentario «Plandemic» che, in quanto tali, vengono rilanciati dai “pappagalli” in giro per il mondo nella speranza che più persone ci credano al fine di destabilizzare la società per scopi puramente politici e di interessi personali ai danni della collettività.

Il 7 maggio 2020 è stato caricato sulla piattaforma Archive.org un video lungo 26 minuti – sottotitolato in italiano – dal titolo «Plan Demic, Il Piano Globale Per Prendere Il Controllo Delle Nostre Vite, Liberta E Salute», un documentario complottista che sfrutta la pandemia Coronavirus per incentivare le teorie No Vax e distruggere, attraverso false informazioni, il lavoro svolto fino ad oggi per contenere il virus e i decessi che questo sta causando nel mondo.

Coronavirus manipolato in laboratorio

Secondo l’intervistata, la dottoressa No-Vax Judy Mikovits di cui parleremo nello specifico in questo articolo, il Sars-cov-2 sarebbe stato manipolato in laboratorio. Come? La sua evoluzione naturale sarebbe stata accelerata:

I wouldn’t use the word “created”, but you can’t say naturally occurring if it was by way of the laboratory. So it’s very cleary this virus was manipulated, this family of viruses was manipulated and studied in a laboratory where the animals were taken into the laboratory and this is what was released – whether deliberate or not – that cannot be naturally occurring. Somebody didn’t go to a market, get a bat, the virus didn’t jump directly to humans, that’s not how it works, that’s accelerated viral evolution. If it was a natural occurrence, it would take up to 8 hundred years to occur.

Secondo quanto dichiarato dal Prof. Edward Holmes, uno degli autori dell’articolo pubblicato su Nature lo scorso 17 marzo 2020 sulle origini naturali del Sars-cov-2, non risulta possibile che il virus all’interno dei laboratori possa essere mutato in tal modo per poi arrivare all’uomo:

The closest known relative of SARS-CoV-2 is a bat virus named RaTG13, which was kept at the Wuhan Institute of Virology. There is some unfounded speculation that this virus was the origin of SARS-CoV-2. However:
(i) RaTG13 was sampled from a different province of China (Yunnan) to where COVID-19 first appeared; and
(ii) the level of genome sequence divergence between SARS-CoV-2 and RaTG13 is equivalent to an average of 50 years (and at least 20 years) of evolutionary change.

Si è parlato molto del virus RaTG13 e del genoma che combacia con quello del Sars-cov-2 al 96%, ma questa percentuale non significa niente se non si conoscono i virus di questo genere. Sempre il Prof. Holmes spiega che il nuovo Coronavirus che stiamo affrontando non deriva dal RaTG13.

I presunti 3,7 milioni finanziati a Wuhan dagli USA

Durante l’intervista si sostiene che gli Stati Uniti abbiano finanziato le ricerche a Wuhan per un totale di 3,7 milioni di dollari:

I colleghi di Politifact si erano occupati di questo «fake» a fine aprile 2020:

The National Institutes of Health website shows a total award of about $3.4 million over six years to EcoHealth Alliance. The group’s spokesman Robert Kessler told us that, of that, the Wuhan lab received just under $600,000.

Soldi che sono arrivati in parte durante l’amministrazione Trump:

That NIH spending included about $265,000 for the lab under the Trump administration. In 2019, NIH renewed the grant to EcoHealth Alliance for another five years. That decision came on Trump’s watch and he said “we will end that grant very quickly.”

Ospedali pagati per ogni paziente Covid-19?

Nel video si sostiene che Medicare, programma di assicurazione medica degli Stati Uniti, paghi gli ospedali per ogni paziente Covid-19. Questo porterebbe gli ospedali a diagnosticare il Covid-19 a un numero superiore di pazienti, anche se non hanno contratto il virus. Di che cifre stiamo parlando? Di 13 mila dollari a ricovero e 39 mila se viene utilizzato il respiratore.

Come già spiegato dai colleghi di Politifacts, i fondi ci sono e vengono erogati per i pazienti Covid-19. Tuttavia, bisogna essere sicuri che siano pazienti infettati dal Sars-cov-2 e i fatti non dimostrerebbero che ci sia stato un aumento dei casi, ma che il numero totale sia sottostimato:

Indications are that due to a lack of testing and other factors, the number of coronavirus cases has been undercounted, not padded.

L’Italia, i vaccini e i cani

Judy Mikovits viene interpellata per parlare dei casi riscontrati in Italia, dove i decessi sono di gran lunga superiori rispetto ad altre nazioni.

La dottoressa riporta che in Italia c’è un gran numero di anziani e dunque una popolazione più suscettibile a malattie respiratorie. Tuttavia, punta il dito sul vaccino antinfluenzale quadrivalente che secondo lei sarebbe stato distribuito a inizio 2019, ma in realtà è stato fornito intorno al settembre 2019 per la stagione influenzale. E i cani?

Secondo Judy Mikovits il vaccino quadrivalente antinfluenzale sarebbe stato coltivato con le cellule dei cani e che questi avrebbero molti coronavirus al loro interno. Per il vaccino Flucelvax Tetra è stato usato un metodo innovativo basato su colture cellulari che utilizza una piattaforma di cellule MDCK (Madin-Darby Canine Kidney), ma queste non contengono altri coronavirus! Infine, associare il vaccino in questione all’elevato numero dei casi nel nostro paese risulta scorretto siccome non viene usato soltanto in Italia, ma anche in altri paesi europei e negli Stati Uniti.

I vaccini antinfluenzali e il Covid-19

Il tema dei vaccini continua. Secondo Judy Mikovits chi si è vaccinato contro l’influenza ha una probabilità di contrarre il nuovo Coronavirus aumentata del 36%.

Questo numero non ci è nuovo. In un articolo precedente su Open Fact-checking avevamo trattato l’argomento legato all’articolo del sito di Robert F. Kennedy, Children’s Health Defense. Negli Statu Uniti se ne erano occupati i colleghi di Factcheck.org riscontrando ciò che avevamo notato, come ad esempio che non risultano studi seri a supporto della teoria.

Da Wuhan a Fort Detrick

La narrativa di Judy Mikovits non è quella rivolta contro la Cina, ma contro gli Stati Uniti nella figura del fantomatico «Deep State» e contro Anthony Fauci. Il laboratorio, dunque, sarebbe quello di Fort Detrick di cui avevo parlato in un precedente articolo.

L’immagine di Fort Detrick mostrata durante l’intervista a Shiva dal network pro Trump.

Chi aveva puntato il dito sul centro di ricerca sulle malattie infettive USAMRIID di livello BSL 4, situato presso Fort Detrick, era stato il sito complottista canadese Globalsearch.ca, ma l’articolo che riportava la teoria di complotto è stato rimosso in data 17 aprile 2020.

I vaccini e le teorie No Vax

Oltre a citare Bill Gates come ignorante e nemico dell’umanità, Judy Mikovits ripropone uno dei cavalli di battaglia degli antivaccinisti: il fantomatico «olocausto dei vaccini» dove sarebbero morti milioni di persone nel mondo:

And they’ll kill millions, as they already have with their vaccines.

Non vi è alcuna prova storia e scientifica per quel che ha dichiarato nell’intervista. L’obiettivo del video è indubbiamente quello di proporre una logica No Vax basata su teorie di complotto ormai già note e smentite.

Ad un certo punto dell’intervista dichiara che non esiste un vaccino per un virus RNA che funzioni:

There is no vaccine currently on the schedule for any RNA virus that works

Ciò risulta completamente falso. I vaccini contro l’influenza funzionano, così come anche quelli contro il morbillo. Stiamo parlando di una vera e propria No Vax contraria ai vaccini? Il regista pone la domanda, ma lei non si dichiara completamente tale.

In un altro video notiamo che Mikovits indossa un cappellino del documentario antivaccinista Vaxxed II del ciarlatano Andrew Wakefield. Non solo, il co-autore dei suoi libri è l’avvocato antivaccinista Kent Heckenlively.

La costruzione della presunta vittima

Il regista e intervistatore del video in questione è Mikki Willis, proprietario di una piccola casa di produzione chiamata Elevate che ha come obiettivo «per condividere storie che meritano una voce» o «per difendere cause meritevoli». Una missione che viene meno di fronte all’intervista fatta a Judy Mikovits.

HIV/Aids e la tesi «rivoluzionaria»

L’operazione della costruzione del mito parte con affermazioni false sulla sua persona, come ad esempio che la sua tesi di dottorato del 1991 avrebbe rivoluzionato il trattamento dell’HIV/Aids.

Come riportato dalle sue presentazioni, la tesi si intitolava «Negative Regulation of HIV Expression in Monocytes». Troviamo un articolo, dove risulta co-firmataria, pubblicato nel 1991 dal titolo «Negative regulation of human immunodeficiency virus type 1 expression in monocytes: role of the 65-kDa plus 50-kDa NF-kappa B dimer», ma sia lo studio che il suo nome non viene riportato come fondamentale nel mondo della lotta contro l’HIV/Aids. Risulta che sia la stessa Judy Mikovits a ritenere che l’elaborato abbia rivoluzionato il trattamento dell’HIV, riportando tale affermazione nella scheda di presentazione del suo libro dove, oltre a sostenere il legame autismo e vaccini diffusa anche da altri ciarlatani, racconta la sua personale versione in merito alle sue ricerche e al suo arresto con soggiorno in prigione.

L’articolo sbagliato su Science

Nel video si parla di un articolo pubblicato su Science, autorevole rivista scientifica, in merito a degli studi effettuati sulle onde d’urto e i tessuti fetali animali e umani.

La traduzione riportata nei sottotitoli in italiano lascia a desiderare, ma una cosa è certa: l’articolo pubblicato su Science non parlava affatto di onde d’urto (shockwaves), ma del virus della leucemia murina (MLV) e il retrovirus XMRV associati alla sindrome da stanchezza cronica (CFS). Un’associazione che venne ampiamente smentita, come riportato nel sito Omar (Osservatorio Malattie Rare) nel 2011. L’articolo su Science a firma Mikovits c’era ed era stato pubblicato nel 2009 con il titolo «Detection of an Infectious Retrovirus, XMRV, in Blood Cells of Patients with Chronic Fatigue Syndrome», ma è stato ritirato nel 2011.

Nel 2010 risultò che i campioni studiati erano stati contaminati in laboratorio dal retrovirus XMRV. Lo studio, inoltre, non venne mai replicato da altri studi, dimostrando l’inconsistenza del lavoro di Judy Mikovits. Quest’ultima accusò gli altri scienziati di essere incapaci di compiere il suo stesso lavoro.

Una scienziata abile nell’inganno

Il video inizia elogiando, appunto, la dottoressa Judy Mikovits definendola «uno dei più abili scienziati della sua generazione» negando il suo turbolento passato con il classico metodo innato dei complottisti: «la volevano far tacere per volere dei Poteri forti».

Nulla toglie che la dottoressa si sia laureata, che sia stata ricercatrice e che abbia ottenuto ruoli di responsabilità nel suo ambito. Il problema è quando ad un certo punto della carriera si imboccano strade pericolose pur di avere successo non riuscendo ad ottenerlo in altra maniera. Una reputazione rovinata non da Big Pharma, ma a causa di un furto.

Judy Mikovits lavorava come direttrice di ricerca presso una fondazione privata chiamata Whittemore Peterson Institute for Neuro-Immune Disease (WPI), luogo dove venne elaborata la pubblicazione su Science poi ritrattata. Per intenderci, la fondazione venne creata da due genitori di una paziente affetta da sindrome da fatica cronica (CFS) i quali erano interessati all’operato di ricerca della dottoressa, ma questa venne licenziata nel settembre 2011 per due motivi: per essere finita sotto indagine dalla comunità scientifica per lo studio pubblicato nel 2009 (ripetiamolo, quello che venne poi ritirato) e per essersi rifiutata di consegnare il suo lavoro ad un altro ricercatore, dunque non per volere dei «Poteri forti» o di «Big Pharma». Il rifiuto le costò caro, per colpa sua.

Nell’intervista si pone come innocente e vittima di accuse infondate, che l’avevano portata ad un ingiusto arresto e un’ingiusta permanenza in carcere senza alcuna prova. Licenziata a settembre 2011, venne successivamente accusata di furto dalla stessa fondazione dove lavorava siccome si era impossessata illegalmente di documentazione utile agli studi condotti. Sappiamo che un assistente della fondazione, Max Pfost, dichiarò di aver visto la dottoressa appropriarsi del computer della fondazione.

La dichiarazione di Max Pfost nel 2011.

Judy Mikovits, una volta arrestata, restituì il maltolto di sua spontanea volontà:

RENO, Nev. — A lawyer for a scientist accused of stealing research notes after her firing from a medical institute in Nevada says she has voluntarily surrendered to authorities in Reno and the notebooks in question have been returned.

La dottoressa nel video sostiene la sua innocenza, ma questo vale solo a livello penale dove la causa nei suoi confronti si è arenata nel 2012 a seguito di problemi giudiziari da parte dei denuncianti. Venne condannata a livello civile, vendette la sua abitazione a Oxnard e il tutto si concluse quando presentò un’istanza di fallimento nel 2012.

Il video della perquisizione è del 2020

Durante l’intervista Judy Mikovits parla di una perquisizione a casa sua, dove gli agenti di polizia avrebbero cercato la documentazione che aveva sottratto alla fondazione. Nel frattempo nel video vengono mostrate delle scene notturne dove le forze speciali note come S.W.A.T. irrompono in un’abitazione, ma non hanno nulla a che vedere con il suo caso.

Il video riporta il logo di Onscene.tv in alto a destra. Inserendo nel motore di ricerca del sito la parola «swat» troviamo un video del 28 marzo 2020 registrato a Santa Clara:

Insomma, un espediente usato dal regista del video per esagerare la situazione vissuta dalla dottoressa, come se fosse stata trattata come un’assassina o una terrorista.

La creazione del nemico

Dopo aver «creato la figura della vittima», l’intervista passa al secondo livello: «la creazione del nemico» nella figura di Anthony Fauci, l’immunologo responsabile della task force americana nella lotta contro il Coronavirus odiato dai trumpiani e dai teorici del complotto del fantomatico «Deep State».

Ad un certo punto dell’intervista, Judy Mikovits cita i capi dell’HHS, il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d’America, accusandoli di essere collusi e di aver distrutto la sua reputazione. Non si hanno notizie in merito a un coinvolgimento di alte cariche dell’HHS nel caso di Mikovits, tranne che nel presunto racconto sostenuto dalla stessa parlando di una ricerca sull’HIV/Aids.

Lavorò nel team di Montagnier?

Tutto sarebbe iniziato, secondo quanto dichiarato dalla dottoressa nell’intervista, quando aveva 25 anni e lavorava in Francia per il team di Montagnier che isolò il virus:

It started really when I was 25 years old, and I was part of the team that isolated HIV from the saliva and blood of the patients from France where Luc Montagnier had originally isolated the virus.

C’è un problema. Questa sua presunta esperienza con il team francese non viene riportata in nessuna delle sue biografie, neanche su Wikipedia dove poteva benissimo inserirla lei stessa. Un’esperienza che poteva solo che aumentare il suo «prestigio».

La sua biografia sul sito del suo libro. Nessun riferimento all’operato in Francia nel team di Montagnier.

Judy Mikovits parla di una bozza di articolo pretesa e di atti di bullismo da parte di Robert Gallo, principale antagonista di Montagnier sulla scoperta dell’HIV. Una storia che riporta nel suo libro, ma dove notiamo che ad essersi diretto oltreoceano non era stata lei ma il suo mentore, Francis Ruscetti.

Il tormento Fauci e lo studio del fallimento

Judy Mikovits avrebbe più di un motivo per voler attaccare Anthony Fauci. Sarebbe stato lui ad incaricare di far avviare uno studio per verificare o smentire quello della ricercatrice sul XMRV e la sindrome da stanchezza cronica:

In the end, the NIH’s AIDS czar, Anthony Fauci, asked his friend Ian Lipkin, a neurologist and virus hunter at the Center for Infection and Immunity at Columbia University’s Mailman School of Public Health, to settle the impasse. Last September Lipkin announced the results of his analysis at a tightly controlled press conference: XMRV was not actually a human pathogen, he said, confirming an earlier report, but a man-made contaminant unwittingly manufactured in a lab in the 1990s.

Un lavoro, quello di Mikovits, che venne smentito dai test di 9 laboratori e dallo studio intitolato «Failure to Confirm XMRV/MLVs in the Blood of Patients with Chronic Fatigue Syndrome: A Multi-Laboratory Study» e pubblicato su Science il 22 settembre 2011. Tra i firmatari dello studio troviamo il suo mentore, Francis Ruscetti, e una certa Jude Mikovits (lei stessa).

Nell’articolo di Science si riporta che lo studio era stato pubblicato il 22 settembre 2011, una settimana prima del licenziamento di Mikovits dalla fondazione (29 settembre 2011). La ricercatrice dichiarò a Science che dietro il suo licenziamento c’era di mezzo un test della fondazione stessa:

In an interview with Science, Mikovits contended that her firing was also linked to a longstanding battle about WPI’s decision to sell, through VIPDx/UNEVX, a test for human gammaretroviruses.

L’operazione di marketing

Durante l’intervista si parla del libro di Jude Mikovits intitolato «Plague of corruption».

A seguito della diffusione del video, e della rimozione dello stesso da Youtube e Facebook, su Amazon è schizzato nelle vendite insieme all’altro suo libro intitolato «Plague».

Un avvenimento che ricorda un altro episodio riguardo a un libro sulle teorie di complotto legate all’11 settembre.

La diffusione in varie lingue

A seguito della pubblicazione sul sito ufficiale, il video è stato scaricato e sottotitolato in italiano (in maniera molto artigianale, forse con Google Translate e senza tenere conto della punteggiatura) dall’utente StopFascism2020 che ha come evidente obiettivo, osservando i suoi upload su Archive.org, quello di diffondere diversi contenuti controversi e complottisti sul coronavirus. Nel seguente screenshot troviamo l’area dei contenuti caricati dall’account su Archive.org con il video sottotitolato in italiano, tedesco e spagnolo:

Una vecchia conoscenza

Il video è stato tradotto e doppiato anche in Italia, infine pubblicato il 9 maggio 2020 nel blog personale di un noto personaggio che già in passato aveva diffuso teorie di complotto (come nel caso di Notre Dame), disinformazione e bufale (come quella delle scarpe di Juncker).

Cesare Sacchetti è lo stesso che in passato aveva diffuso un falso video sul cannibalismo in Africa spacciandolo per vero e scrivendo il seguente messaggio:

“I migranti oggi sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per tutti noi”. Laura Boldrini

Il video, in realtà, ritraeva il dietro le quinte di un film nigeriano intitolato «Omambala» che si occupava del tema della tratta degli schiavi.

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