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La grande paura dell’Europa dopo il vertice Trump-Putin: «Nessun diktat all’Ucraina, va coinvolto Zelensky». Meloni: «Finalmente spiragli di pace»

16 Agosto 2025 - 15:45 Ugo Milano
I leader Ue informati da Trump sull'esito del colloquio fissano le loro condizioni e assicurano sostegno a Kiev. Domani riunione della Coalizione dei Volenterosi

Bene che Donald Trump abbia incontrato Vladimir Putin per provare a spingerlo alla pace, ma nessun accordo deve passare sopra la testa dell’Ucraina o sacrificare la sua sicurezza. È il senso del comunicato congiunta diffuso dai leader europei all’indomani del vertice Usa-Russia in Alaska. Informati stamattina per telefono dallo stesso Trump sugli esiti del colloquio, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Keir Starmer, Donald Tusk, Alexender Stubb, Ursula von der Leyen e Antonio Costa hanno messo nero su bianco la loro reazione congiunta. «Salutiamo gli sforzi di Trump per fermare le uccisioni in Ucraina e la guerra d’aggressione condotta dalla Russia per pervenire a una pace giusta e durevole», è la premessa. Ma posto che l’accordo, come riconosciuto dallo stesso Trump, al momento non c’è, la prossima tappa «deve consistere in nuove discussioni che includano Zelensky». Lunedì stesso alla Casa Bianca, dove è stato “convocato”, e magari anche in un prossimo vertice trilaterale con Putin, che avrebbe «il sostegno dell’Europa».

L’Europa chiede garanzie sul futuro dell’Ucraina

Non in bianco però: all’Ucraina dovranno essere assicurate «garanzie di sicurezza incrollabili», e la Russia non potrà avere «alcun diritto di veto sul suo cammino verso l’Ue e la Nato», imporre alcuna restrizione sulle sue forze armate o alla sua cooperazione con Paesi terzi. Men che meno, sottolineano gli otto leader europei, l’Ucraina potrà vedersi imposte cessioni di territorio o cambiamenti arbitrari di frontiere. A fronte di queste richieste non negoziabili, gli europei si dicono pronti a giocare essi stessi un ruolo centrale, continuando a sostenere l’Ucraina, tenere alta la pressione sulla Russia con le sanzioni e se sarà necessario garantire la futura pace tramite l’intervento sul campo (politico e militare) della Coalizione dei volenterosi. I cui leader non a caso si sentiranno domenica in videoconferenza per preparare le prossime possibili mosse, ha fatto sapere nel pomeriggio l’Eliseo. L’evidente speranza degli europei è di tenere alta la pressione su Donald Trump perché non ceda alle lusinghe del Cremlino, ed evitare che un accordo tra i due possa significare il tracollo dell’Ucraina e il coronamento del progetto espansionistico di Putin.

L’ottimismo di Giorgia Meloni

«Si apre finalmente una spiraglio per discutere di pace in Ucraina. L’Italia sta facendo la sua parte insieme ai suoi alleati occidentali», ha commentato poi individualmente Giorgia Meloni sui social. «Considero positivo il fatto che si stiano aprendo degli spiragli di pace in Ucraina. L’accordo è ancora complicato ma finalmente possibile, soprattutto in seguito allo stallo che si è creato da molti mesi lungo la linea del fronte. Solo l’Ucraina potrà trattare sulle condizioni e sui propri territori», ha concluso la premier.

I media ucraini: «Vertice disgustoso, vittoria totale di Putin»

Ben diversa l’accoglienza del summit Trum-Putin a Kiev. La stampa ucraina non ha risparmiato critiche feroci al summit di Anchorage. Il Kyiv Independent ha definito l’incontro «disgustoso, vergognoso e, in fin dei conti, inutile» in un editoriale che apre il sito del quotidiano. Il giornale ucraino considera quel vertice un trionfo del leader russo: «Trump non ha ottenuto ciò che voleva. Ma Putin? Lui certamente sì. Dal momento in cui è sceso dall’aereo sul suolo statunitense, il dittatore russo era raggiante».

Il contrasto con l’umiliazione di Zelensky

L’editoriale sottolinea il contrasto stridente tra l’accoglienza riservata ai due leader: «Trump ha accolto Putin con un tappeto rosso, calorose strette di mano, un sorvolo di bombardieri statunitensi e un giro in limousine. L’atteggiamento amichevole era in netto contrasto con l’accoglienza ostile che Trump aveva riservato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale sei mesi prima». Il paragone è impietoso: «Il presidente ucraino ha subito una pubblica umiliazione. Quello russo è stato viziato. Entrambi gli episodi sono stati vergognosi».

La lezione che Trump non ha imparato

Il Kyiv Independent chiude con un giudizio durissimo sulla strategia americana: «Trump sembrava credere che un incontro caloroso avrebbe potuto placare Putin e rendere più probabile un cessate il fuoco. Ma c’è una lezione che Trump non ha ancora imparato: il leader russo non fa accordi, ma prende». «Prende ciò che gli viene offerto, e poi prende ancora, e continua a prendere finché non viene fermato con la forza. Questa è l’arte russa dell’accordo», conclude il quotidiano, scettico su ogni tipo di accordo che non prevda garanzie concrete.

I bombardamenti quotidiani

Mentre Vladimir Putin e Donald Trump si incontravano in Alaska per discutere di un futuribile accordo di pace, i cieli ucraini erano attraversati da missili e droni anche nell’ultima notte tra il 15 e il 16 agosto. Le difese antiaeree ucraine hanno respinto l’ennesima ondata di attacchi russi: secondo l’aeronautica militare di Kiev, sono stati abbattuti o bloccati 61 droni sui 85 lanciati dal nemico, mentre 24 sono riusciti a colpire 12 località diverse. Gli ucraini segnalano anche il lancio di un missile balistico Iskander-M, senza specificare se abbia raggiunto l’obiettivo. Le regioni finite sotto attacco, secondo Kiev, sono quelle di Donetsk (nel Donbass), Sumy, Chernihiv e Dnipropetrovsk. Dal canto loro, i russi rivendicano di aver intercettato e distrutto 29 droni ucraini durante la stessa notte, tra mezzanotte e le 3:30 ora di Mosca. Il ministero della Difesa di Mosca specifica che dieci droni sono stati abbattuti sulla regione di Rostov, nove su Stavropol, quattro su Kursk, uno ciascuno a Belgorod, Bryansk e Krasnodar, più altri tre sul mar d’Azov.

Foto di copertina: ANSA/FILIPPO ATTILI-PALAZZO CHIGI – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, e il premier britannico Keir Starmer alla vigilia dell’apertura ufficiale del vertice del G7 di Kananaskis, Canada – 16 giugno 2025

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