Coronavirus, in auto con i carabinieri a caccia di chi non rispetta il decreto: non c’è più tempo da perdere – Il video

Una serata a bordo di una gazzella dei carabinieri a Milano

«La finalità non è la repressione, noi vogliamo sensibilizzare la popolazione facendo capire quanto queste regole (le misure drastiche imposte dal governo, ndr) siano indispensabili per risolvere il prima possibile il contagio da Coronavirus». Comincia così, col racconto del comandante del Nucleo radiomobile di Milano, Carmine Elefante, la serata di Open a bordo di una gazzella dei carabinieri. Il comandante, proprio in questi giorni, ha chiesto un grande sforzo alla sua squadra per assicurare un controllo capillare del territorio. Non c’è più tempo da perdere.


L’autocertificazione

Si può circolare liberamente per andare al lavoro, per motivi di salute o in casi di necessità, come andare a fare la spesa: «È anche possibile rientrare presso la propria residenza, domicilio o abitazione». Tutto il resto non è consentito. Fondamentale portarsi dietro, o al massimo compilare in loco, un’autocertificazione che attesti il motivo dello spostamento.


I primi trasgressori, infatti, non sono mancati: «Una persona chiedeva di potersi spostare per andare a coltivare il suo orto. Ma è chiaro che in questo caso avrebbe dovuto stare a casa», spiega il comandante Elefante.

Cosa rischiano i trasgressori

L’inottemperanza a queste prescrizioni «nei casi estremi può anche comportare una denuncia penale»: «Mi riferisco all’articolo 650 del codice penale, cioè all’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (che prevede l’arresto fino a 3 mesi e l’ammenda fino a 206 euro, ndr), oltre alla falsa attestazione resa a un pubblico ufficiale o ai delitti commessi contro la salute pubblica (secondo l’articolo 452 del codice penale, ndr)».

Foto e video di Open

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