L’Africa alla prova del coronavirus. Tutti i rischi per il sistema sanitario

Per accedere alle cure mediche è necessario avere una situazione economica stabile, o comunque poter provvedere al pagamento

Egitto, Algeria, Marocco, Nigeria, Senegal e Sudafrica sono i Paesi per ora colpiti dall’epidemia da Coronavirus nel continente africano. I casi registrati sono arrivati a quota 27, di cui 17 solo in Algeria – al momento il Paese più colpito. Le autorità africane stanno già disponendo le dovute politiche di contenimento per arginare quanto più possibile il dilagare del virus.


Non sono certo i numeri accertati a preoccupare, quanto la fragilità del sistema sanitario che non si sa ancora se riuscirà a reggere un’emergenza sanitaria di una certa portata. Stando ai dati diffusi dall’Onu, il continente africano ospita solo il 3% del personale medico mondiale, nonostante sopporti oltre il 24% del carico globale di malattie. Un dato che va certo a collidere, ad esempio, con la media italiana che è di circa 376 medici per 100 mila abitanti; in Africa invece è di 4,5 per 100 mila abitanti.


Per accedere alle cure mediche, è necessario avere una situazione economica stabile, o comunque poter provvedere al pagamento. Cosa che preclude l’accesso alle famiglie più povere, come ad esempio accade in Kenya. Circa 4 keniani su 5 non hanno accesso all’assicurazione medica, con l’inevitabile esclusione di una fetta importante della popolazione dai servizi sanitari di qualità. Una fotografia sovrapponibile a tutto lo scenario dell’Africa subsahariana.

Per ora, i Paesi che vietano l’ingresso a cittadini provenienti dall’Italia o da altri Stati a rischio sono Angola, Capo Verde, Madagascar, Mauritius, Seychelles. Inoltre, vi sono Paesi in cui è prevista la quarantena per i passeggeri che arrivano dall’Italia. Tra questi Benin, Ciad, Repubblica del Congo, Eritrea, Kenya, Liberia, Malawi, Mauritania, Mozambico, Nigeria, Uganda, Zambia, Botswana.

I rapporti con la Cina

Un altro aspetto da non sottovalutare per l’Africa sono i rapporti che la legano a doppio filo con la Cina. A cominciare dagli oltre 2 milioni di lavoratori cinesi, presenti non solo nelle aree urbane ma anche in quelle rurali del continente. Seguono le oltre 10 mila aziende cinesi che compongono più del 50% del settore terziario.

Per un rapporto di sudditanza verso la Cina, la più grande compagnia aerea dell’Africa, Ethiopian Airlines non ha cancellato i voli per la Cina. Cosa che invece è avvenuta per altre compagnie: South African Airways, Royal Air Maroc, Air Tanzania, Air Mauritius, EgyptAir, RwanAir e Kenya Airways. 

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