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Coronavirus, la gag del figlio di Mel Brooks a casa col padre: «Non usciamo, o sterminiamo una generazione di leggende dello spettacolo» – Video

A fronte di un'accelerazione nel numero di casi negli Stati Uniti, anche le star del mondo dello spettacolo stanno scendendo in campo per chiedere ai propri concittadini di rimanere a casa e comportarsi in modo responsabile per limitare i contagi. Prima che sia troppo tardi

Anche Hollywood è alle prese con il Coronavirus. C’è chi come Tom Hanks – la star di Forrest Gump si trova attualmente in Australia per un film – è stato contagiato da COVID-19 ed è in isolamento – e chi, come Mel Brooks – comico di fama e icona di Hollywood degli anni ’70 – data l’avanzata età pratica l’isolamento preventivo. Un pretesto come un altro per fare una gag con il figlio quasi cinquantenne Max (scrittore e regista), ma anche per spiegare la pratica del distanziamento sociale e invitare i concittadini a rimanere a casa e ad adottare le necessarie tutele.

Il video e l’emergenza COVID-19 negli Stati Uniti

Fino a due settimane fa negli Usa la distanza di sicurezza era una timida raccomandazione, ma dopo che i casi hanno superato la soglia dei 4.500 contagi e 85 morti (dati della John Hopkins), con più di mille contagi in 24 ore, lo spettro del coronavirus comincia ad incutere timore anche oltreoceano. Secondo gli ufficiali di sanità pubblica americani il paese è nella stessa situazione in cui era l’Italia circa due settimane fa. Negli ultimi giorni lo stato federale ha chiesto di limitare gli assembramenti a un massimo di dieci persone mentre da una parte all’altra del Paese le autorità comunali e statali hanno cominciato a chiudere gli spazi pubblici e – come nel caso di New York, New Jersey, Connecticut, Michigan e Wisconsin – a vietare gli assembramenti e gli eventi con più di 50 persone.

Anche negli Usa è diventato prioritario fare qualcosa in più. «Basta rimanere a casa», come esclama Max Brooks, nel video con il padre. «Io ho 47 anni e se dovessi contrarre il virus probabilmente non succederebbe nulla. Ma mio padre ne ha 93. Se do il virus a lui [Mel Brooks ndr] finirebbe per darlo a Carl Reiner il quale a sua volta potrebbe contagiare Dick Van Dyke, e prima ancora che io possa rendermene conto, avrei sterminato un’intera generazione di leggende dello spettacolo», scherza (ma mica tanto) Max Brooks, facendo riferimento ai colleghi del padre.

«Quando si tratta del coronavirus, devo pensare a chi infetto, e anche voi dovreste», continua il figlio di Mel Brooks, prima di snocciolare tutta una serie di raccomandazioni, ormai molto familiari in Italia, sotto lo sguardo attento del padre Mel che, in piedi dietro alla vetrata di casa, prima annuisce con la testa e poi, senza molti giri di parole, scaccia il figlio dal giardino di casa, intimandogli di levarsi di torno. Perché il distanziamento sociale vale proprio per tutti.

Il parere degli esperti

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