Coronavirus, l’Iss: età media deceduti è di quasi 80 anni. Uno su quattro non aveva febbre

Il report dell’Istituto Superiore di Sanità sulle vittime dell’epidemia: età media, provenienza, malattie, sintomi, tempi e terapie

L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al Coronavirus in Italia, basato sui dati aggiornati al 17 marzo 2020.


Per quanto riguarda la collocazione geografica dei decessi, su 2003 morti la stragrande maggioranza risiedevano in Lombardia (1425, il 71,1%), 346 in Emilia-Romagna (17,3%), 79 in Veneto (il 3,9%), 36 in Piemonte (1,8%) e 23 in Liguria (1,1%). Le altre regioni registravano percentuali inferiori all’1% sul totale.


Dati demografici

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 79.5 anni. Le donne sono 601 (30.0%). L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 80.5 anni – pazienti con infezione 63 anni). Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-19 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 83.7 – uomini 79.5).

Patologie pre-esistenti

Per quanto riguarda le più comuni patologie croniche pre-esistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione) nei pazienti deceduti, dato ottenuto in 355/2003 deceduti (17,7% del campione complessivo). Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2.7. Complessivamente, 3 pazienti (0,8% del campione) presentavano 0 patologie, 89 (25,1%) presentavano 1 patologia, 91 presentavano 2 patologie (25.6%) e 172 (48,5%) presentavano 3 o più patologie. Di seguito nella tabelle le patologie più comuni riscontrate.

Sintomi

I sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nei pazienti deceduti sono dispnea e febbre. Meno comuni sono tosse, diarrea e emottisi. Il 5,2% delle persone non presentavano alcun sintomo al momento del ricovero. L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (97,2% di casi), danno renale acuto (27,8%), seguita da danno miocardico acuto (10,8%) e sovrainfezione (10,2%).

Terapie

La terapia antibiotica è stata quella più utilizzata per curare pazienti positivi al COVID-19 in seguito deceduti (83% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (52%), più raramente la terapia steroidea (27%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 25 casi (14,9%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie.

Tempi

Nella figura 5 i tempi mediani, in giorni, che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (8 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (4 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso era di 1 giorno più lungo in coloro che venivano trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non venivano trasferiti (5 giorni contro 4 giorni).

Decessi di età inferiore ai 50 anni

Alla data del 17 marzo erano 17 i pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 5 di questi avevano meno di 40 ed erano tutte persone di sesso maschile con età compresa tra i 31 ed i 39 anni con gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità).

Il parere degli esperti:

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