Coronavirus. Le tre strane dichiarazioni di Giulio Tarro sul Covid-19 e le vaccinazioni antinfluenzali

Secondo il Virologo ci sarebbe un collegamento tra vaccini contro l’influenza e Covid-19. Ma non esistono studi che lo dimostrano

Circola in Rete un breve filmato che riportare l’estratto di una intervista di Teleclubitalia al virologo Giulio Tarro sul nuovo Coronavirus, dove vengono proposte diverse affermazioni non supportate dalla Comunità scientifica. Potremmo dividere il suo intervento in tre parti.

Tarro esordisce con uno scivoloso parallelo tra Covid-19 e Aids; prosegue sostenendo un presunto collegamento tra vaccinazioni antinfluenzali e l’attivazione del SARS-CoV2; conclude invitando la Magistratura ad arrestare chi promuove in questo periodo i vaccini contro l’influenza, agli over 65.

Per chi va di fretta: Fact checking essenziale delle principali affermazioni

Tarro fa un parallelo con l’Aids, la quale non ha richiesto una quarantena per essere arginata. Vero, ma parliamo di una malattia che si trasmette (attraverso il virus Hiv) tramite alcuni fluidi corporei (fa eccezione, per esempio, la saliva), non per via aerea, come SARS-CoV2 nel Covid-19.

«Ancora c’è gente che si permette di dire … alte cariche politiche e di Governo: “aspettiamo il vaccino per uscire” – spiega il virologo – ma questa è una idiozia. Se io dovessi lo stesso fare il paragone con l’Aids non succederebbe: non c’è il vaccino per l’Aids».

Tarro prosegue attaccando quei politici che hanno proposto la distribuzione del vaccino antinfluenzale agli over 65. Esistono diversi studi che suggeriscono l’utilizzo del vaccino antinfluenzale per proteggere dal Covid-19, ma non sono conclusivi.

L’affermazione che ha destato maggiori reazioni in Rete riguarda l’ipotesi – avanzata dal Virologo – che il Coronavirus sia attivato nel 36% dei casi dalle vaccinazioni contro l’influenza. Tale tesi, secondo Tarro, avrebbe supporto a livello scientifico.

Nel momento in cui scriviamo, non risulta alcuno studio scientifico serio, che sostenga un collegamento causale tra Covid-19 e vaccinazioni di alcun tipo.

«Hanno detto che dovrebbero essere obbligatori certi vaccini antinfluenzali – continua Tarro – Quando ormai è notizia comune, a livello scientifico, che il 36% del Coronavirus è attivato proprio dalle vaccinazioni antinfluenzali».

Non pago delle tesi controverse esposte nell’intervista, Tarro conclude rivolgendo un appello alla Magistratura, al fine di mettere agli arresti i sostenitori delle vaccinazioni agli anziani.

Tutto questo però non risulta essere un reato contro la Sanità pubblica. Mentre potremmo fare un discorso diverso, nei confronti di chi userebbe la propria influenza, per divulgare tesi che spingono le persone a violare le misure di sicurezza contro la pandemia.

«Io mi rivolgo alla Magistratura – conclude il Virologo, riguardo all’ipotesi di vaccinare contro l’influenza gli over 65, per proteggerli ulteriormente contro il Coronavirus – che mettano subito in galera queste persone».

A quali studi si riferisce Tarro?

Tarro non fornisce alcun riferimento specifico riguardo a studi sulla correlazione tra vaccini antinfluenzali e Coronavirus, tuttavia si tratta di una narrazione che avevamo analizzato già sul nascere. Da tempo diversi avvocati stanno chiedendo in gruppi Facebook e chat No vax, ricerche contenenti correlazioni spurie tra vaccini e Covid-19.

Le correlazioni spurie sono l’associazione di almeno due tendenze che risultano avere un andamento simile in contemporanea, anche se non esiste un collegamento causale tra loro. Ne abbiamo numerosi esempi, come il presunto collegamento tra vaccini e autismo, dovuto al fatto che i primi sintomi si sviluppano nello stesso periodo in cui vengono fatte le prime vaccinazioni. 

Effettivamente gli anziani sono i soggetti a cui si raccomandano maggiormente i vaccini contro l’influenza. Non a caso una notizia riguardante le misure inglesi di prevenzione contro la pandemia, è stata distorta, sostenendo che il Governo inglese avrebbe riconosciuto un ruolo delle vaccinazioni nell’emergere dei casi di Covid-19.

In realtà Londra avrebbe disposto una dura quarantena ai cittadini che hanno usufruito del vaccino antinfluenzale; soprattutto gli anziani. Questo perché si tratta della stessa fascia di popolazione ugualmente a rischio per il Covid-19. Nessuno parla di un ruolo dei vaccini nel diffondersi della pandemia.

Gli over sessanta sono i più esposti al rischio di incorrere a sintomi gravi – sia dell’influenza stagionale che del Covid-19 – analizzando i dati sulla letalità per fasce d’età, scopriamo che il SARS-CoV2 risulta maggiormente mortale per gli ottantenni (nel 18% dei casi). 

Da dove viene quel «36 percento»?

Con una ricerca per parole chiave su Google, scopriamo che quel 36% a cui si riferisce Tarro, è stato attribuito in diverse testate locali all’assessore regionale lombardo Giulio Gallera, in ben altro contesto. Leggiamo cosa riportava Bresciaoggi il 6 marzo scorso:

«L’assessore alla Regione Giulio Gallera ha fornito i dati relativi all’incidenza del coronavirus in Lombardia: il 36 per cento dei casi ha colpito gli over 75; il 20 per cento in una fascia compresa tra i 65 e 74 anni; il 25 per cento tra i 50 e i 64 anni anni; il 17 per cento tra i 25 e 49 anni; l’uno per cento tra i 18 e i 24 anni e infine l’uno per cento ancora sotto i 18 anni».

Quel 36% di over 75, corrisponde pienamente al genere di pazienti che molto probabilmente risultano aver fatto il vaccino antinfluenzale. Proprio quel genere di correlazione spuria tipico della propaganda complottista. Difficilmente una tesi del genere potrebbe passare il vaglio della peer review, ovvero la revisione delle ricerche scientifiche, commissionata – in forma gratuita – dalle riviste scientifiche agli esperti di settore.

Chi è Tarro: il principio di autorità

Il fatto che una tesi sul Coronavirus venga avanzata da un virologo non garantisce automaticamente che sia vera. Lo abbiamo visto anche nel caso di premi Nobel come Luc Montagnier.

Il principio di autorità è una fallacia logica usata anche dai guru delle Medicine alternative, i quali spesso sfoggiano un camice bianco per ammantare di autorevolezza le proprie affermazioni. Ma quest’ultima dipende dall’esperienza sul campo. Gli scienziati non sono tutti uguali.

Abbiamo diversi strumenti per poter confrontare i ricercatori tra loro, in modo da rispondere ad almeno due domande:

  • A quanti lavori di ricerca hanno partecipato?
  • Quanto è alto il loro h-index? (indice che misura il loro lavoro complessivo: più è alto e maggiore dovrebbe essere l’autorevolezza del ricercatore in uno specifico settore).

Su Scopus possiamo fare una comparazione tra Tarro e Andrea Gambotto, uno dei principali firmatari della ricerca sul «vaccino-cerotto» contro SARS-CoV2:

  • Gambotto risulta aver lavorato fino al 2020 in vari progetti di ricerca. In tutto ha collezionato oltre cinquemila citazioni, attraverso i 96 studi peer review a cui ha partecipato, totalizzando un h-index pari a 46. 
  • Tarro fino al 2020 ha partecipato a 97 studi citati 447 volte, con un h-index pari a 10. 
Scopus | Il lavoro di Andrea Gambotto e Giulio Tarro a confronto.

Le narrazioni infondate su Tarro

Sul virologo circolano diverse voci critiche. Viene spesso riportato come esempio un articolo scritto dalla debunker Giluia Corsini nel febbraio scorso per NextQuotidiano, dove riporta un listing in dieci punti sul Virologo. Ad esempio, per quanto riguarda il titolo di «pluricandidato al Nobel», non è possibile verificarlo, in quanto le liste ufficiali dei candidati non sono state ancora pubblicate, come invece sostengono alcuni siti che ne promuovono al figura.

Corsini riporta nel suo articolo – coi link alle fonti – che Tarro avrebbe partecipato a delle conferenze predatorie organizzate dalla casa editrice Omics. Come spiegavamo in un precedente articolo, la Omics International è una potente azienda indiana, multata nell’aprile scorso dalla Federal trade commission, negli Stati Uniti.

La Omics è stata infatti condannata per le sue numerose riviste predatorie, la cui attività consiste quindi nel pubblicare qualsiasi documento, senza sottoporlo a peer review, purché gli autori paghino. Un ambiente che Tarro dovrebbe non ignorare.

«Giulio Tarro ha pubblicato in alcuni giornali seri ma anche in numerosissimi predatory open access journal – continua Corsini – come ScholarenaSOAOJ, Sci Forschen, Scientific Research Publishing (SCIRP)».

Il Virologo è inoltre un noto divulgatore di tesi apprezzate dai «free-vax», che in questo momento vedono nelle sue dichiarazioni un rafforzamento delle loro tesi.

Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English)

Il parere degli esperti:

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