Coronavirus, Azzolina: «A settembre si torna a scuola, è un diritto». E propone lezioni metà in classe e metà a casa a rotazione

Poi traccia un primo bilancio: «Se pensiamo da dove siamo partiti, la didattica a distanza è stata un grande successo, la scuola non era preparata»

Nuovi dettagli sulla riapertura delle scuole e la ripresa dell’attività didattica emergono dall’ultima intervista tv della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina rilasciata a Sky Tg24, all’Intervista di Maria Latella. Secondo la ministra, a settembre «si deve» tornare a scuola, gli studenti «hanno diritto di tornare a scuola». E questo, ha sottolineato Azzolina, vale anche per le scuole elementari, oltre che per medie e superiori. «È evidente che rispetto alla situazione storica che stiamo vivendo dobbiamo immaginare tante opzioni – ha precisato -. Abbiamo sicuramente un piano per settembre e ci stiamo lavorando giorno per giorno».


La proposta: «La didattica mista»

La ministra Azzolina ha parlato della possibilità di «una didattica mista», in parte in presenza e in parte online a distanza. «Non abbiamo mai parlato di doppi turni» per la ripresa della scuola a settembre, ha sottolineato Azzolina spiegando che l’ipotesi al vaglio è invece quella di dividere le classi in due parti: «La metà degli studenti per metà settimana andrebbe a scuola, poi toccherebbe all’altra metà». «E comunque – ha aggiunto – si terrebbero sempre gli studenti che sono a distanza collegati, così la socialità resta». Poi ha provato a tracciare un primo bilancio delle nuove modalità sperimentate in questa fase di emergenza Coronavirus: «Se pensiamo da dove siamo partiti – ha evidenziato la ministra – la didattica a distanza è stata un grande successo, la scuola non era preparata».


Il piano per i centri estivi

Azzolina ha poi fatto sapere che a breve il suo ministero sottoporrà il piano per i centri estivi al comitato tecnico scientifico affinché venga rapidamente data una risposta alle famiglie che dal 4 maggio dovranno tornare a lavorare e non sanno a chi affidare i loro bambini: «Abbiamo messo a disposizione, come ministero dell’Istruzione, scuole, palestre e cortili per dare una risposta alle famiglie. Per questo – ha concluso – insieme alla ministra Bonetti e ad altri ministri del governo stiamo lavorando a un protocollo per permettere a piccoli gruppi di bambini, 4 o 5 non di più, di essere seguiti».

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