Le prime date sulle riaperture, dal 26 aprile uno spiraglio per i ristoranti. Gelmini: «In settimana il piano per ripartire»

Priorità alla scuola, possibile ritorno della zona gialla e degli spostamenti tra Regioni. Incognite sulla riapertura serale di bar e ristoranti. La ministra degli Affari regionali: «Attendiamo i dati delle prossime settimane»

Continua a crescere il pressing sul Governo Draghi per le riaperture. E, in risposta, iniziano a moltiplicarsi le date per la possibile ripartenza. Date, al momento, più simboliche che fattuali, nell’intento di trasmettere l’ovvia intenzione dell’esecutivo di riaprire gradualmente il Paese. Il Governo è però già al lavoro per la creazione di un cronoprogramma che, a detta della ministra Gelmini, «dovrebbe già arrivare questa settimana». La roadmap conterrà le linee guida per le riaperture e per il progressivo allentamento delle misure anti-Covid, dati permettendo. Già, perché se da un lato le riaperture ci saranno, dovranno restare stabili nel tempo e dovranno essere estendibili a tutte le attività, anche per evitare ulteriori stop&go che alimenterebbero scontentezza e incertezza sul futuro. 


L’ipotesi di riaperture vincolate all’andamento delle vaccinazioni

Questo sarà possibile solo grazie al miglioramento dei dati epidemiologici e all’aumento delle vaccinazioni. Tant’è che il presidente Draghi, in vista delle riaperture, starebbe pensando di tenere in conto anche la percentuale di copertura vaccinale delle categorie più a rischio per fascia d’età e dei fragili, riportando così sui binari i governatori “dissidenti” (il campano De Luca in primis) che non intendono rispettare la tabella di marcia del generale Figliuolo. E in tal senso, come riferito dalla ministra Gelmini in un’intervista a la Repubblica, si inserirebbe quindi «il dato delle vaccinazioni tra i criteri di valutazione per il passaggio delle Regioni da un colore all’altro». L’obiettivo dell’esecutivo è infatti quello di «coprire entro giugno tutti gli over 70 e le categorie più fragili» perché «sono così l’Italia intera potrà riaprire». 


Il ritorno della zona gialla e le riaperture di bar e ristoranti 

«Da maggio, però, è lecito aspettarsi delle riaperture», dice il ministro Speranza, rafforzando così l’ipotesi che alla scadenza dell’ultimo decreto (il 30 aprile) torneranno le zone gialle e sul tavolo di discussione torna anche la possibilità di riprendere gli spostamenti tra Regioni. Tra le altre ipotesi sul tavolo del governo e della Cabina di regia c’è anche quella di riaprire bar e ristoranti a pranzo già dal 26 aprile, ma solo nelle Regioni che presenteranno dati epidemiologici sostenibili, andando parzialmente incontro alle richieste della Lega.

Per maggio, su insistenza delle Regioni si valuta anche la possibilità di riaprire bar e ristoranti nelle ore serali. Questo richiederebbe una proroga del coprifuoco, che inizierebbe dalla mezzanotte e non più dalle ore 22, come ribadito anche questa mattina a Skytg24 dal sottosegretario Giorgio Mulè. Tuttavia, su questo specifico punto, l’esecutivo preferisce attendere i dati delle prossime settimane. Nella lista delle attività che potrebbero riaprire del Governo ci sono anche cinema, teatri, piscine e palestre. Il fronte dello spettacolo spera una prima ripartenza da maggio, per il mondo sportivo le ipotesi più probabili spostano l’orizzonte almeno a giugno.

A scuola anche le superiori

Come anticipato dal presidente Draghi, e come ribadito da Speranza nelle ultime ore, le scuole potrebbero avere nuovamente priorità. L’obiettivo principale del Governo è quello di riportare anche gli studenti delle medie e delle superiori alle lezioni in presenza, «almeno per un mese».

Il pass vaccinale

La ministra Gelmini precisa inoltre che «è allo studio anche il pass vaccinale, per il quale si attende entro giugno una disciplina europea». Infine, la ministra degli Affari regionali cerca di placare le polemiche ed evitare la frammentazione interna al Governo per spinte dalle forze politiche esterne: «Tutti i ministeri stanno lavorando ciascuno sui propri protocolli di sicurezza: continuo a pensare che non ci sia un partito delle chiusure a prescindere. Anche Salvini dice che bisogna aprire dove è possibile e in sicurezza. È quello che vogliamo fare tutti. Ma restiamo uniti per il Paese». 

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