Il vademecum complottista sulla Pandemia Covid-19


Diverse condivisioni Facebook riportano una sorta di vademecum sulle origini della Covid, che diversi utenti No vax hanno messo in circolazione insinuando presunti indizi di una cospirazione pandemica globale. Abbiamo analizzato le affermazioni elencate. Tutte si basano su preconcetti e falsi miti già rivelatisi falsi o fuorvianti.
Per chi ha fretta:
- Circola online la traduzione di un vademecum sulle origini della Covid di stampo cospirazionista e No vax.
- Nessuno dei punti elencati fa riferimento a fonti valide.
- Tutte le affermazioni sono vecchie bufale già ampiamente smentite.
Analisi
Il vademecum sulle origini della Covid si presenta nel seguente modo:
Riassunto degli eventi quasi esaustivo ed assolutamente preciso.
Per ogni singola fase del processo, le prove sono ormai chiare e abbondanti.
Negare tutto è l’ultima linea di difesa per i colpevoli e un modo per le vittime di evitare di ammettere ciò che hanno fatto a se stessi e ai propri cari.
Oggi i #negazionisti sono loro.
#covidcrimes
COME HANNO CREATO LA FINTA PANDEMIA
1. La Cina ha diffuso filmati inscenati di persone che “morivano” per le strade: scene mai viste in nessun’altra parte del mondo prima e dopo dicembre 2019.
2. È stato introdotto un test PCR che non determinava se il soggetto fosse effettivamente malato. Quasi tutti i risultati erano falsi positivi.
3. Hanno diffuso la menzogna della trasmissione asintomatica per giustificare le restrizioni sulle persone sane e i test di massa in tutto il mondo.
4. Le aziende tecnologiche e i media si sono mobilitati per censurare il dissenso e bollare la verità come “disinformazione”.
5. Gli psicologi comportamentali venivano utilizzati per creare messaggi basati sulla paura e manipolare l’adesione del pubblico.
6. Per mantenere l’illusione di una pandemia mortale, avevano bisogno di dati sulla mortalità in eccesso.
7. Poiché i sintomi lievi del raffreddore non bastavano a causare questo problema, terrorizzarono la popolazione mondiale per scatenare una malattia psicogena di massa.
8. Il continuo allarmismo ha portato a livelli cronicamente elevati di cortisolo, indebolendo il sistema immunitario, soprattutto tra gli anziani.
9. L’isolamento sociale, la negligenza medica e i lockdown hanno causato l’eccesso di decessi di cui avevano bisogno per supportare la narrazione.
10. All’improvviso hanno affermato che le mascherine erano efficaci, cosa che nessuna autorità seria aveva mai raccomandato prima per i patogeni respiratori, trasformando ogni volto in un cartellone pubblicitario ambulante della paura.
11. Le persone sono state indotte a restare a casa “finché il vaccino non fosse stato pronto”, dando alle autorità più tempo per estendere i controlli.
12. Hanno iniettato miliardi di dosi di un prodotto sperimentale, sostenendo che avrebbe prevenuto l’infezione e la trasmissione.
13. Quando questo tentativo fallì, spostarono l’obiettivo: “Se i non vaccinati non si vaccinano, il tuo vaccino non funzionerà”.
14. Inventavano nuove “varianti” ogni pochi mesi per giustificare campagne di promozione senza fine.
15. Hanno inventato una nuova condizione, il “COVID lungo”, per nascondere i crescenti effetti collaterali delle iniezioni.
16. I giganti farmaceutici hanno realizzato profitti record, protetti da contratti governativi e da alcuna responsabilità.
17. Coloro che hanno parlato sono stati messi a tacere, banditi, indagati o pubblicamente screditati.
18. E quando la narrazione è diventata troppo assurda per essere sostenuta, hanno bruscamente dichiarato che la pandemia era finita e hanno fatto finta che nulla di tutto ciò fosse mai accaduto.

Analizziamo il vademecum sulle origini della Covid
Vediamo punto per punto gli “argomenti” del vademecum sulle origini della Covid. Il punto n°1 non ci permette di stabilire se la pandemia è stata “inventata”: «La Cina ha diffuso filmati inscenati di persone che “morivano” per le strade: scene mai viste in nessun’altra parte del mondo prima e dopo dicembre 2019». Sappiamo di filmati che mostravano persone svenire per strada in Cina, che noi stessi avevamo trattato, osservando come fosse «un esempio di psicosi social». Si è parlato di «morti per strada e pochi piani sanitari» nel Sudest asiatico. Abbiamo visto i «malati curati in strada a Shanghai» a causa della saturazione delle terapie intensive. Anche ammettendo che alcune di queste notizie fossero gonfiate o meno dalla stampa, in che modo ci dimostrano un complotto globale? Del resto purtroppo sono tantissimi i parenti di persone morte in terapia intensiva a causa del SARS-CoV-2. Difficile pensare che siano stati tutti raggirati.
Test PCR e falsi positivi
Il punto n°2 tratta del test PCR e dei falsi positivi, in quanto «non determinava se il soggetto fosse effettivamente malato». A seguito di un tampone orofaringeo, si esegue il test molecolare RT-PCR. Dal momento che individua la traccia genomica del SARS-CoV2, la possibilità che questo genere di test dia dei falsi negativi è remota. Dal momento che la presenza di RNA virale non indica l’effettiva attività del virus, sono possibili dei falsi positivi, ragione per cui questo genere di test deve essere ripetuto. Il problema più importante è quello di ridurre al minimo la probabilità di falsi negativi. Possono verificarsi per esempio per bassa concentrazione iniziale, questo però succede nelle fasi iniziali della malattia, quando la carica virale è bassa. Sapere se si è positivi è importante non soltanto prevenire/monitorare lo sviluppo della malattia vera e propria, quanto evitare di infettare gli altri, magari a persone non vaccinate e suscettibili di sviluppare forme gravi della malattia. Per approfondire suggeriamo di leggere alcuni nostri approfondimenti, per esempio qui, qui e qui.
Gli asintomatici sono una menzogna? Ditelo ai nativi d’America
Nel punto n°3 si definisce «menzogna» il concetto di «trasmissione asintomatica», allo scopo di «giustificate le restrizioni sulle persone sane e i test di massa in tutto il mondo». Ma non è un fenomeno “inventato” con la pandemia di Covid-19. Sono gli stessi test diagnostici a mostrarci – per tutte le malattie infettive – che esiste la possibilità di venire contagiati e trasmettere un patogeno, anche se a noi non causa sintomi evidenti. Ne sanno qualcosa i nativi americani, sterminati da virus che ai colonizzatori non causavano più sintomi, mentre gli indigeni non avevano potuto sviluppare subito gli anticorpi adatti.
Leggiamo il passaggio di uno studio pubblicato nel 2022 sul The American Journal of the Medical Sciences (il grassetto è nostro):
«Infezioni che andavano dal vaiolo, alla peste bubbonica, alla varicella, al colera, al raffreddore comune, alla difterite, all’influenza, alla malaria, al morbillo, alla scarlattina, ad alcune malattie sessualmente trasmissibili, al tifo , alla tubercolosi, alla leptospirosi e alla pertosse producevano malattie e decessi in massa. Si stima che il 95 percento delle popolazioni indigene delle Americhe sia stato ucciso da malattie infettive durante gli anni successivi alla colonizzazione europea, per un totale di circa 20 milioni di persone. Mentre gli europei che giunsero nel Nuovo Mondo avevano un’immunità di gregge o erano portatori asintomatici di molte di queste malattie, le popolazioni native americane, esposte per la prima volta ai patogeni, subirono epidemie mortali».
È anche per questo che vaccinarsi è meglio della “roulette russa” rappresentata dalla immunità naturale, ovvero lasciarci contagiare sperando che vada tutto bene, augurandoci di trasmettere l’agente infettivo a meno persone possibili durante il processo.
La fantomatica censura dei media
Nel punto n°4 si sostiene che «le aziende tecnologiche e i media si sono mobilitati per censurare il dissenso e bollare la verità come “disinformazione». Abbiamo appena letto tre esempi di cosa per l’autore del testo in oggetto è “verità”: congetture confuse, che vengono smentite alla minima verifica. Del resto nel progetto Fact-checking abbiamo trattato numerosi casi in cui le narrazioni complottiste inerenti la pandemia, i vaccini o sulle origini della Covid ottenevano il favore dei media. Un fenomeno che sussiste ancora oggi. Ecco alcuni esempi oggetto delle nostre analisi:
- Nessuno studio dimostra che bisogna fermare «le iniezioni anti Covid in gravidanza»
- L’AIFA non ha ammesso che i vaccini anti Covid «non immunizzano»
- Il servizio fuorviante di Fuori dal Coro sul caso Pfizer e la trasmissione del Sars-CoV-2
- Il servizio TV del 2014 e l’infondato collegamento tra autismo e vaccini
- Il servizio di «Report» sui vaccini strizza l’occhio ai No vax e ai No Green pass?
Tralasciamo le dichiarazioni di alcuni politici attualmente al Governo, specialmente in Italia e negli Stati Uniti.
Una pandemia illusoria?
Nel punto n°5 si sostiene che «gli psicologi comportamentali venivano utilizzati per creare messaggi basati sulla paura e manipolare l’adesione del pubblico». Questa è una congettura che non è possibile verificare. Come sarebbe avvenuta questa manipolazione? Da parte di chi?
I punti successivi, dal n°6 al 9 sono collegati tra loro e sembrano descrivere proprio quel che avrebbero fatto questi psicologi comportamentali coi loro messaggi di paura. Qui siamo proprio nel cuore della mentalità complottista di chi ha prodotto il testo in oggetto sulle origini della Covid.
«Per mantenere l’illusione di una pandemia mortale, avevano bisogno di dati sulla mortalità in eccesso. Poiché i sintomi lievi del raffreddore non bastavano a causare questo problema, terrorizzarono la popolazione mondiale per scatenare una malattia psicogena di massa. Il continuo allarmismo ha portato a livelli cronicamente elevati di cortisolo, indebolendo il sistema immunitario, soprattutto tra gli anziani. L’isolamento sociale, la negligenza medica e i lockdown hanno causato l’eccesso di decessi di cui avevano bisogno per supportare la narrazione».
No. A uccidere anziani e altri soggetti dal sistema immunitario già più debole e con comorbidità è il collasso dei polmoni di questi pazienti, colpiti da forme gravi di Covid-19 e trovati positivi al SARS-CoV-2 mediante test molecolare PCR, che ne rileva la traccia genetica con estrema efficacia. Non esistono esistono invece evidenze di polmoniti mortali provocate facendo paura ai pazienti. Abbiamo una rubrica apposita dedicata alle «terapie intensive», dove è possibile ricostruire quel capitolo terribile della nostra Storia. Suggeriamo in particolare di approfondire qui, qui e qui.
Le mascherine
Non poteva mancare il punto n°10 sui dispositivi di protezione individuale per eccellenza. «All’improvviso hanno affermato che le mascherine erano efficaci, cosa che nessuna autorità seria aveva mai raccomandato prima per i patogeni respiratori, trasformando ogni volto in un cartellone pubblicitario ambulante della paura».
Una delle narrative più in voga è quella dell’OMS che cambiava idea sull’uso o meno delle mascherine. Inizialmente il loro impiego da parte di chi assisteva i pazienti era fortemente raccomandato per motivi precauzionali. È importante ricordare che in quel periodo le mascherine erano scarse e rappresentavano una risorsa preziosa per gli operatori sanitari, che ne avevano un bisogno urgente e prioritario per svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Già allora, però, si riconosceva il valore delle mascherine per chi presentava sintomi: era chiaro che riducevano il rischio di contagio verso gli altri. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiornate il 7 aprile 2020, ribadivano quanto già indicato a febbraio: l’uso era fondamentale per i positivi al virus e per il personale medico.
Le linee guida, col passare del tempo, sono state affinate alla luce delle nuove scoperte scientifiche: si è compreso che il virus non era trasmesso solo dai sintomatici, ma anche dai presintomatici, cioè da chi era ancora nella fase di incubazione ma già contagioso. Successivi studi hanno ampliato questa comprensione. Per questo motivo, indossare la mascherina si è rivelato un atto di responsabilità collettiva: anche se ci si sente in salute, si potrebbe comunque essere portatori del virus e metterlo inconsapevolmente in circolazione, con possibili gravi conseguenze per gli altri. Non è un caso se prima di introdurre questo argomento, gli autori del vademecum hanno prima dato per scontato che il contagio tramite asintomatici e i test molecolari fossero parte del fantomatico complotto su cui si fonderebbero le origini della Covid. Per recuperare tutte le fonti e avere maggiori approfondimenti sulle mascherine avete a disposizione la nostra Guida utile, qui.
Chiusi in casa in attesa del vaccino?
Il punto n°11 non è chiaro a quale regime si riferisca. «Le persone sono state indotte a restare a casa “finché il vaccino non fosse stato pronto”, dando alle autorità più tempo per estendere i controlli». In Italia si sono adottate misure per ridurre gli spostamenti ai soli motivi essenziali. Era possibile persino uscire a correre e far passeggiere gli animali domestici. Tutti continuavano ad andare a fare la spesa. A prescindere da come la pensi il lettore, se è vissuto almeno in un Paese occidentale nel 2020 potrà concordare. Per approfondire sui vari lockdown c’è la rubrica apposita.
Vaccini e varianti Covid
I punti dal n°12 al 14 riguardano il presunto complotto dei vaccini Covid.
«Hanno iniettato miliardi di dosi di un prodotto sperimentale, sostenendo che avrebbe prevenuto l’infezione e la trasmissione. Quando questo tentativo fallì, spostarono l’obiettivo: “Se i non vaccinati non si vaccinano, il tuo vaccino non funzionerà”. Inventavano nuove “varianti” ogni pochi mesi per giustificare campagne di promozione senza fine».
No, i vaccini approvati in Occidente avevano tutti superato le tre fasi della sperimentazione clinica. Potete approfondire qui, qui e qui. Il “tentativo” era quello di soddisfare almeno l’endpoint primario, ovvero, prevenire le forme gravi di Covid-19 e le morti. Ed è riuscito benissimo. Ne abbiamo trattato avvalendoci anche della consultazione di esperti, qui, qui e qui.
C’è sempre un certo egoismo di fondo in queste narrazioni. Generalmente chi si vaccina riduce sicuramente il rischio di sviluppare forme gravi della malattia. L’importanza dell’immunità di gregge sta nel fatto che non tutti possono vaccinarsi; i più fragili perché anziani o con comorbidità risulteranno protetti anche se si fa in modo di far circolare il meno possibile il virus. Inoltre – così rispondiamo anche all’ultima affermazione – meno copertura vaccinale e meno disposizioni non farmaceutiche volte a limitare la replicazione virale da un individuo all’altro significa anche aumentare la probabilità che emergano nuove varianti Covid. I virus hanno bisogno di infettare le cellule ospiti per potersi riprodurre, ed è principalmente in questo modo che hanno maggiori probabilità di evolvere. Il fenomeno della resistenza ai farmaci interessa non a caso antibiotici e antifungini, i quali possono moltiplicarsi autonomamente. Come ricordiamo spesso, i principali mutanti del SARS-CoV-2 sono emersi proprio dove non si vaccinava o lo si faceva molto poco:
- Alfa – Regno Unito: 20 settembre 2020, 0% della popolazione vaccinata;
- Beta – Sudafrica: 19 agosto 2020, 0% della popolazione vaccinata;
- Gamma – Brasile, 11 settembre 2020, 0% della popolazione vaccinata;
- Delta – India, 23 ottobre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Eta – Nigeria, 20 dicembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Iota – New York, 23 novembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Kappa – India, 1° dicembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Lambda – Perù, 30 novembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Mu – Colombia, 11 gennaio 2021, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
- Omicron – Botswana, 11 novembre 2021, appena il 20% della popolazione è stata pienamente vaccinata.
Il long Covid non esiste?
Il punto n°15 è una pura congettura. Infatti si sostiene senza fonti che «hanno inventato una nuova condizione, il “COVID lungo” [long Covid, Nda], per nascondere i crescenti effetti collaterali delle iniezioni».
Nel 2022 un report dell’OMS segnalava che almeno 17 milioni di persone in Europa avevano sperimentato il long Covid nei primi due anni di pandemia. Parliamo di pazienti guariti ma che continuano ad avere alcuni sintomi, dovuti ai danni dell’infezione. Ne consegue logicamente, che vaccinarsi riduce anche il rischio di avere questi strascichi della malattia.
Secondo uno studio pubblicato nel gennaio 2025 su Vaccine «La vaccinazione contro la COVID-19 può ridurre l’incidenza e il rischio di patologie post-COVID-19 se somministrata entro 5 mesi dall’infezione. Nonostante l’età media e la prevalenza di comorbilità più elevate, gli individui vaccinati più di recente presentavano un rischio inferiore di sviluppare patologie post-COVID-19. Questi risultati forniscono importanti evidenze per le future strategie di vaccinazione contro il COVID-19».
Memorabile anche lo studio pubblicato nel marzo 2024 su The Lancet Respiratory Medicine, dove i ricercatori, basandosi su «oltre 10 milioni di persone vaccinate e 10 milioni di persone non vaccinate», hanno dimostrato «l’efficacia clinica dei vaccini contro la COVID-19 nella prevenzione del long COVID, evidenziando un ulteriore beneficio della vaccinazione, in particolare per gli adulti. Questi risultati sono stati coerenti in tre Paesi europei e in diverse popolazioni, e sono risultati robusti a molteplici definizioni di COVID lungo e ad analisi di sensibilità».
Il complotto sulle origini della Covid
Veniamo ora ai punti finali dal n°16 al 18. Dove si sostiene che «i giganti farmaceutici hanno realizzato profitti record, protetti da contratti governativi e da alcuna responsabilità. Coloro che hanno parlato sono stati messi a tacere, banditi, indagati o pubblicamente screditati. E quando la narrazione è diventata troppo assurda per essere sostenuta, hanno bruscamente dichiarato che la pandemia era finita e hanno fatto finta che nulla di tutto ciò fosse mai accaduto».
Le case farmaceutiche sicuramente come principale fine non hanno il socialismo reale e la pace nel mondo, ma quello di lucrare attraverso prodotti e servizi. Ma avrebbero potuto fare molti più soldi impedendo alle persone di immunizzarsi; promuovendo le medicine alternative, che avrebbero mantenuto le persone malate; oppure limitandosi a lucrare sui ricoveri. In un nostro articolo del novembre 2021 avevamo analizzato quanto costa un posto in terapia intensiva destinato a un paziente Covid.
Parliamo di almeno 2.800 euro al giorno per ogni paziente. Dieci giorni di degenza per 24 pazienti costano 672 mila euro. Undici milioni e 844 mila euro è il costo di dieci giorni di degenza per i pazienti di tutta Italia. Un paziente che grazie al vaccino gratuito non sviluppa forme gravi di Covid-19, non costa niente, inoltre lascia libero un posto in ospedale, che potrebbe salvare la vita ad altre tipologie di pazienti.
Conclusioni
Abbiamo visto che il vademecum sulle origini della Covid non è altro che un elenco di bufale complottiste e No vax già ampiamente smentite.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.