Non solo Nord: come funzionano le nuove norme su tutta Italia. Chiusi cinema, teatri, musei e discoteche

Le misure più restrittive sono applicate in Lombardia e 14 province, ma anche il resto del Paese dovrà stravolgere la propria quotidianità: dai funerali alle discoteche, ecco tutto ciò non si deve fare (almeno fino al 3 aprile)

Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri non riguarda soltanto la Lombardia e le 14 province del Nord e Centro Italia: nel testo sono contenute norme che riguardano tutto il Paese e che servono a contenere il diffondersi del Coronavirus.


L’art.2 del decreto, Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus Covid-19, dispone particolari restrittive per tutto il territorio nazionale: si va dalla chiusura di cinema e teatri, alla sospensione di manifestazioni ed eventi sia pubblici che privati.


Mondo del lavoro

Il decreto sospende tutti «i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali» ai quali avrebbero dovuto partecipare personale sanitario o legato a servizi di pubblica utilità. Ogni attività «convegnistica o congressuale», va rinviata.

Divertimento

Dovranno chiudere fino al 3 aprile, altrimenti si rischia la sospensione dell’attività, i pub, le scuole di ballo, le sale giochi, i centri scommessi, le sale bingo e le discoteche.

Cultura

Uno dei settori economicamente più a rischio è quello legato alla cultura. Le disposizioni del Consiglio dei ministri prevedono la sospensione di «manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura», compresi quelli cinematografici e teatrali, «svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato». Devono chiudere anche i musei e tutti gli istituti e luoghi della cultura.

Ristorazione e bar

Escludendo le “zone rosse”, restano aperti ristoranti e bar in Italia. Viene introdotto però l’obbligo, a carico del gestore, «di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». In caso di violazione, i titolari potrebbero essere sanzionati con la sospensione dell’attività.

Sport

È consentito lo svolgimento delle competizioni sportive e l’allenamento degli atleti agonisti, ma solo in impianti a porte chiuse. Le associazioni e società sportive che proseguono l’attività, «a mezzo del proprio personale medico, sono tenute a effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffuso del virus tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori». Lo sport di base e le attività motorie in genere possono proseguire, «all’interno di piscine, palestre e centri di ogni tipo», solo e soltanto quando l’attività consenta il rispetto della distanza di un metro tra le persone.

Scuola e università

Resta in vigore la precedente disposizione: i servizi educativi per l’infanzia, le attività didattiche delle scuole e delle università sono sospese fino al 15 marzo 2020. Il divieto di effettuare viaggi d’istruzione, iniziative di scambio e uscite didattiche, invece, ha validità fino al 3 aprile. La formazione e la didattica a distanza è consentita e incoraggiata.

Ospedali e strutture di lunga degenza

Introdotto il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei vari dipartimenti e nell’area di accettazione dei pronto soccorso. Parenti e visitatori che vogliono accedere alle strutture di ospitalità e lungo degenza, come hospice e case per anziani, dovranno ricevere un’autorizzazione da parte della direzione sanitaria della struttura.

Smart working

L’invito a tutti i datori di lavoro è quello di «favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie». Ma non solo: il decreto permette a tutte le aziende, qualora possibile, di attivare modalità di lavoro agile. Disposizione che vale per i dipendenti con un rapporto di tipo subordinato. Il cosiddetto smart working può essere introdotto anche in assenza di accordi individuali.

Luoghi di culto

Chiese e altri luoghi di culto possono restare aperti solo in seguito «all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti». Tradotto, il metro di distanza deve valere anche nelle sedi religiose. Sono sospese, tuttavia, «le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri».

Il parere degli esperti

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