Coronavirus

Coronavirus (Covid-19)

Quando è emersa a Wuhan è stata chiamata «epidemia di polmonite», poi visti i pochi dati a disposizione e la presenza ancora incerta di soggetti asintomatici, abbiamo preferito parlare di una «sindrome simil-influenzale». Oggi sappiamo che siamo di fronte a una malattia respiratoria acuta. Il virus, derivato da un ceppo di Coronavirus tipico dei pipistrelli è stato isolato per la prima volta in Cina e classificato 2019-nCov. Il genoma venne reso noto in un database pubblico nel gennaio scorso e abbiamo potuto accertare il salto dalla trasmissione animale-uomo a quella uomo-uomo.

Segnalato per la prima volta dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) il 31 dicembre 2019, è emerso in tutta la sua pericolosità con l’epidemia di polmonite a Wuhan, nella provincia di Hubei. Oggi si ritiene molto probabile che l’origine del focolaio sia il mercato ittico della città. Inizialmente i casi erano ufficialmente 198, cinque nella capitale, 14 nella provincia di Guangdong e uno a Shanghai. Il 30 gennaio solo in Cina i decessi sono 169, oltre settemila i contagi in tutto il mondo.

Infine, l’Organizzazione ha definito Covid-19 la malattia, che potrebbe ricordare la Sars, ma non è la stessa cosa, né tanto meno possiamo minimizzarla come una forma di influenza. Il Coronavirus, isolato anche in altri Paesi, così da poterne studiare la filogenesi dalla Cina ai ceppi derivati, è stato invece denominato SARS-CoV2, distinguendolo dal SARS-CoV1 della Sars.

SARS-CoV2: cosa sono i Coronavirus?

L’origine zoonotica dei Coronavirus umani (in particolare i beta-Coronavirus dei pipistrelli), è studiata da decenni, una delle maggiori figure di riferimento in questo campo è la virologa Shi Zhengli. Si tratta di un’ampia famiglia che comprende diversi virus a Rna, come quello della Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), ritenuto più vicino al nuovo Coronavirus comparso a Wuahn in Cina. SARS-CoV2 rappresenta un nuovo virus, di cui è stato reso noto l’intero genoma. Oggi si continuano a studiare le origini, per capire come sia avvenuto il contagio uomo-uomo e trovare un vaccino il prima possibile.

Solo una parte di questi può mutare divenendo trasmissibile nelle persone. Dal sito dell’Istituto superiore di sanità (Epicentro), leggiamo che quelli umani sono in tutto sette, quattro sono comuni e possiamo averli avuti in tanti, causano le nostre influenze o polmoniti; come quelle registrate dai primi di gennaio in Lombardia, e che forse hanno generato un “rumore di fondo” tale, da non farci accorgere che SARS-CoV2 sarebbe stato già presente molto prima del focolaio di Codogno, attorno al 20 febbraio.

Diversi laboratori nel Mondo studiano virus-chimera allo scopo di prepararci a eventuali pandemie come quella attuale. Esistono anche diversi progetti di ricerca sul sistema immunitario dei pipistrelli, come Bat One Health, finanziato dalla Darpa; tutte iniziative alla luce del Sole, ma puntualmente fraintese dai complottisti, e scambiate per oscuri piani di guerra biologica. Idem dicasi per i finanziamenti alla ricerca di vaccini contro i Coronavirus, tra cui troviamo anche la fondazione di Bill e Melinda Gates.

Cosa sappiamo della pandemia?

Inizialmente, quando oltre il 90% dei casi e praticamente tutti i decessi venivano registrati nella regione di Hubei in Cina, potevamo parlare di una epidemia. Dopo il boom di casi in Lombardia e la diffusione del pericolo nel resto d’Europa e nelle Americhe, l’Oms ha riconosciuto che siamo di fronte a una pandemia, ovvero una epidemia estesa in più continenti. Inizialmente i tanti casi emersi in Cina correlati a pazienti con patologie pregresse e la presenza di asintomatici, hanno portato gli osservatori a sottostimare la malattia, considerata «poco più che una influenza», ma diversi segnali facevano già propendere per qualcosa di più complesso, e potenzialmente pericoloso.

Se durante la prima fase le politiche sanitarie erano volte a ricostruire il percorso del contagio, da un paziente zero alle persone che aveva frequentato, ora è diventato fondamentale adottare precauzioni generali come il distanziamento sociale. Se prima si cercava di scongiurare il pericolo che il virus mettesse radici oltre la Cina, oggi si deve far fronte all’elevato numero di contagi, e all’assistenza dei pazienti in terapia intensiva.

Mortalità e letalità del virus

Non è possibile stabilire una mortalità generale di Covid-19, ma si può analizzare la sua letalità per fasce d’età. Dagli studi sulla morbilità del SARS-CoV2, sappiamo che nei bambini è pressoché nulla, mente aumenta fino ad una probabilità del 18% negli over sessanta. Patologie pregresse come diabete e cardiopatie, possono contribuire all’aggravarsi dei sintomi, fino alle difficoltà respiratorie, portando il paziente in terapia intensiva. Altrimenti i sintomi più comuni sono febbre, stanchezza e tosse secca. Anche i fumatori rischiano di subire le complicazioni della malattia.

Come si trasmette?

La trasmissione avviene per via aerea – come per tutte le malattie respiratorie – attraverso l’aerosol che emettiamo dalla bocca e dal naso. Non può venire trasmesso dagli animali domestici, né dalle zanzare. Nonostante gli studi sulla sua resistenza nelle superfici, la trasmissione diretta è quella ritenuta più probabile. Tutto questo vale soprattutto se si seguono le normali norme igieniche: tossire nel gomito; lavarsi spesso le mani; evitare di toccarsi gli occhi; mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro dal prossimo. A questo si aggiungono le sanificazioni di ospedali e altri spazi pubblici, da parte delle autorità competenti.

Come proteggersi?

Il distanziamento sociale sembra la strategia migliore per una protezione generale, pensare a livello individuale infatti non basta. Restare in casa il più possibile, permettendo le uscite di casa solo per motivi di necessità, da parte di un solo individuo per nucleo famigliare, aiuta nel lungo periodo ad appiattire la curva dei contagi. Anche le mascherine se pensate per proteggere gli altri hanno un senso. Normalmente devono essere usate solo da personale medico e malati, ma la presenza di asintomatici – e l’impossibilità di eseguire test diagnostici a tutta la popolazione – fa sì che ognuno di noi possa essere un potenziale positivo al virus. Così utilizzare mascherine regolamentari può essere un’arma in più nell’arginare l’epidemia.


Di seguito i consigli basilari per proteggersi dall’infezione:

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone;
  • starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso;
  • gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso;
  • evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate.

Quali sono i sintomi?

Il Ministero ha anche messo a disposizione una Faq, con le risposte alle domande più frequenti. I sintomi variano a seconda del virus, quelli più comuni includono:

  • tosse;
  • mal di gola;
  • naso chiuso;
  • naso che cola;
  • mal di testa;
  • perdita di appetito;
  • febbre oltre 38°;
  • difficoltà respiratorie;
  • infiammazione dei bronchi, della gola e delle mucose nasali;
  • nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave e insufficienza renale.

Per saperne di più:

Per approfondire:

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Foto di copertina: Wikipedia | Un esempio di Coronavirus.

Testo di Juanne Pili