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I vaccini provocano aborti spontanei? Così i No-vax mettono a rischio la salute di madri e neonati – L’analisi delle ricerche sul tema

13 Luglio 2020 - 21:28 Juanne Pili
Gravidanze a rischio e vaccini, secondo gli anti-vax

Ci avete segnalato nuovi post No-vax riguardanti elenchi di studi che dimostrerebbero stavolta un collegamento tra vaccini e aborti spontanei o parti prematuri. A questi si adattano anche casi di cronaca, come quello che riguarderebbe una donna che ha denunciato l’interruzione colposa della sua gravidanza, con un medico e un infermiere della Usl di Foligno indagati.

Con la corsa al vaccino contro la Covid-19 e i timori di una possibile introduzione dell’obbligo per garantire una copertura adeguata, i movimenti No-vax appaiono più agguerriti m, come vedremo, dati e metodi sono sempre gli stessi. E alla fine non riescono mai a dimostrare niente.

Le nostre analisi precedenti

Di seguito ricordiamo le nostre precedenti analisi riguardanti questi elenchi pseudoscientifici, anche se spesso riguardano persino studi ben fatti ma che mostrano conclusioni diverse da quelle che i complottisti attribuiscono alle premesse:

Il caso di presunto «aborto colposo» connesso ai vaccini in Umbria

Il 13 maggio 2020, il Corriere dell’Umbria riferisce di una donna residente a Giano dell’Umbria, la quale avrebbe subito una «interruzione colposa di gravidanza» (era all’ottavo mese). Per questo la procura di Spoleto avrebbe indagato un medico e un infermiere del distretto sanitario di Foligno, Usl 2.

La decisione viene attribuita al pm Vincenzo Ferrigno. I fatti sarebbero avvenuti a fine aprile. Umbria Domani aggiunge alcuni particolari in più. La donna, di origine marocchina, sarebbe stata sottoposta il 21 aprile al vaccino DTPa (contro pertosse, difterite e tetano). Il giorno successivo la notizia viene ripresa da Umbria 24, con nuovi dettagli: la donna sarebbe una trentenne, che era andata dai carabinieri a «denunciare il dramma». Da queste poche fonti locali ricaviamo una indagine che ha richiesto l’acquisizione della cartella clinica, una autopsia del feto, e ulteriori analisi tecniche. 

È molto probabile che ci troviamo di fronte all’ennesima correlazione spuria, dove un collegamento causale non è mai dimostrato. Perché non vediamo un incremento rilevante di aborti associati al DTPa? Il ministero della Salute lo raccomanda, in quanto sicuro «sia per la donna in gravidanza sia per il feto». Significa che prima di arrivare a questo punto, c’è stata una sperimentazione rigorosa, come vediamo anche nella ricerca del vaccino contro la Covid-19. Il ministero indica anche quali sono i vaccini sconsigliati in gravidanza, nonostante non esistano conferme di un incremento degli aborti: 

«I vaccini contro MPR e varicella, contenendo vaccini a virus vivi attenuati, non possono essere somministrati in gravidanza, sebbene l’effettuazione accidentale della vaccinazione in donne che non sapevano di essere in gravidanza non ha mai fatto registrare un aumento di aborti o malformazioni».

Facciamo notare che solo una fonte aggiunge il dettaglio della vaccinazione DTPa, mentre l’inserimento nel registro degli indagati di un medico e un infermiere fanno pensare più probabilmente a una presunta negligenza.

Da dove vengono gli elenchi di studi usati dai No-vax?

Questi elenchi di studi, che spesso non trattano affatto quel che i No-vax credono di capire, spesso provengono dalla propaganda contro i vaccini di associazioni free-vax americane. In questo caso abbiamo trovato alcune corrispondenze col Children Medical Safety Research Institute.

Come spiega Enrico Bucci a un convegno per Bologna Medicina sulla disinformazione riguardo ai vaccini, «si tratta di una organizzazione finanziata dalla Dwoskin Family Foundation, la quale sponsorizza convegni e “ricerche” a ricercatori che studino: “vaccine induced brain and immune dysfunction”; “gaps in our knowledge about vaccines and vaccine safety”».

In precedenza avevamo segnalato anche l’attività di Robert F. Kennedy Jr., dell’associazione Children’s Health Defense, da cui provengono altrettante liste di studi, che dovrebbero dimostrare la nocività dei vaccini.

Analisi della letteratura proposta dai No-vax

Passiamo ora all’analisi della letteratura scientifica citata per sostenere un collegamento tra vaccini e aborti. Si fa riferimento al database di articoli scientifici NCBI (National Center for Biotechnology Information), che ospita Pubmed, il portale di articoli inerenti la medicina. Gli autori hanno cercato in particolare riferimenti alla «morte fetale post vaccinazione»:

“Adverse Event Reports After Tetanus Toxoid, Reduced Diphtheria Toxoid, and Acellular Pertussis Vaccines in Pregnant Women”, apparso nel maggio 2012 sul AJOC (American Journal of Obstetrics & Gynecology). I No-vax riportano che lo studio associa 22 casi di aborto spontaneo coi vaccini. Fin da subito ci accorgiamo che la prassi di usare studi che dimostrano l’esatto contrario delle tesi anti-vax è dura a morire.

I ricercatori si basano sulle segnalazioni giunte al VAERS, un database che raccoglie qualsiasi segnalazione sugli eventi avversi correlati ai vaccini, senza verificarne alcuna. Scremando attraverso l’analisi delle cartelle cliniche i rapporti più plausibili, gli autori tra il primo gennaio 2005 e il 30 giugno 2010, trovano 132 segnalazioni riguardanti la vaccinazione «Tdap» (DTPa). Così, se effettivamente il 16,7% delle segnalazioni riguardavano l’aborto spontaneo (equivalente a 22 casi), gli autori precisano anche l’avvenuta identificazione di un altro fattore congenito, ovvero la «gastroschisi». Nelle loro conclusioni – che pure riguardano l’analisi di segnalazioni – i ricercatori non riscontrano evidenze significative:

«Durante un periodo in cui Tdap non era abitualmente raccomandato in gravidanza, la revisione delle segnalazioni al VAERS in donne in gravidanza dopo la Tdap non ha identificato alcun pattern relativo agli esiti materni, infantili o fetali».

Tra i fattori di rischio della gastroschisi non risultano eventi avversi delle vaccinazioni. Le cause sono ancora ignote, ma i riflettori dei ricercatori sono puntati verso fattori genetici, come riportato dai CDC (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti, alla luce della migliore letteratura scientifica disponibile.

“Comparison of VAERS fetal-loss reports during three consecutive influenza seasons: Was there a synergistic fetal toxicity associated with the two-vaccine 2009/2010 season?“. Apparso nel settembre 2012 su Human & Experimental Toxicology, reca la sola firma di Gary S. Goldman, ed è basato sulle segnalazioni non accertate del VAERS. Secondo i NoVax dimostrerebbe un collegamento tra «tossicità sinergica fetale» e due vaccini, durante la stagione 2009/2010.

Goldman risulta essere un «computer scientist» indipendente, non affiliato quindi ad alcuna università, ma si è occupato di epidemiologia (probabilmente nella costruzione di modelli), in particolar modo della varicella e del herpes zoster. I colleghi di Butac si erano occupati di un altro studio dell’informatico, firmato assieme a Neil Miller, rilanciato da Paolo Barnard e altrettanto usato dai No-vax come fonte, riscontrando forti bias e una conseguente tendenza al cherry picking (quando si finisce per raccogliere solo dati che appagano i nostri pregiudizi).

Tornando allo studio proposto in questo contesto, l’autore cerca correlazioni tra vaccini antinfluenzali e aborti o parti spontanei, concludendo, pur non potendolo dimostrare, che «una tossicità sinergica fetale è probabilmente derivata dalla somministrazione di vaccini contro l’influenza pandemica (A-H1N1) e stagionali durante la stagione 2009/2010».

Questa ricerca è stata analizzata dal collega oracknows (David Gorski) su ScienceBlogs, due mesi dopo la sua pubblicazione. Dopo una disamina dove ricorda che il VAERS è «un forum di discussione minimamente moderato», dove ognuno dice la sua, Gorski passa all’analisi del lavoro di Goldman: 

«[L’autore] ha esaminato un vaccino specifico e ha cercato di correlare questo agli aborti spontanei – continua il debunker – Come i molti “investigatori” incompetenti e pseudoscientifici prima di lui, Goldman ha completamente frainteso la natura del database VAERS.  Il risultato è un articolo pubblicato su Human & Experimental Toxicology, uno straccio di una rivista che ha già pubblicato sciocchezze di questo tipo prima (in realtà, sciocchezze di questo tipo dallo stesso autore)».

“Elective Termination of Pregnancy After Vaccination Reported to the Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS): 1990-2006”. È l’ennesimo articolo basato sulle segnalazioni del VAERS, ed è ancora più datato, essendo apparso nel maggio 2008 su Vaccine. Nulla nel testo potrebbe far pensare che gli autori ritenessero di aver dimostrato un collegamento causale tra vaccini e aborti spontanei.

Nell’introduzione i ricercatori spiegano che «i vaccini con virus vivi sono controindicati per le donne in gravidanza a causa del rischio teorico di trasmissione del virus del vaccino al feto», ed è una affermazione che abbiamo trovato, fin dall’inizio, anche nel sito del Ministero della salute. Nella conclusione gli autori – che ricordiamo, pubblicavano più di dieci anni fa – rimandano a «studi osservazionali controllati», per accertare eventuali collegamenti reali.

Surveillance of Adverse Events After Seasonal Influenza Vaccination in Pregnant Women and Their Infants in the Vaccine Adverse Event Reporting System, July 2010-May 2016“, apparso nel dicembre 2016 su Drug Safety, è l’ennesima ricerca presa per oro colato dai No-vax, anche se si basa meramente sul VAERS. Esplora le segnalazioni registrate dal 2010 al 2016. I ricercatori non riscontrano collegamenti tra vaccini e aborti, anzi raccomandano quelli antinfluenzali in gravidanza (Sic!). Assistiamo così a un’altra prassi No-vax, quella di citare articoli letteralmente a caso:

«Simile al periodo 2009-2010, nessun modello nuovo o inatteso [con] esiti materni o fetali sono stati osservati nel periodo 2010-2016. La vaccinazione contro l’influenza … è vantaggiosa sia per la madre che per il bambino, proteggendo entrambi dalla malattia influenzale. Dato che la composizione antigenica di questi vaccini di solito cambia ogni stagione, il CDC e la FDA continueranno a monitorare la sicurezza dei vaccini antinfluenzali nelle donne in gravidanza».

Vaccini e feti morti: una ossessione pseudoscientifica

L’elenco si conclude con un documento riguardante i vaccini che sarebbero originati da aborti e i relativi dubbi etici, di cui ci eravamo già occupati in precedenti articoli. Si tratta di una fake news conclamata, oltre a non c’entrare molto col tema dei vaccini che causerebbero gli aborti. 

Tutto fa brodo, così è possibile che – in nome di una proprietà transitiva non meglio dimostrata – i vaccini che verrebbero prodotti mediante aborti, a loro volta portassero quindi a provocarne altri. Emozionalmente potrebbe funzionare, anche nei soggetti con una visione radicale dei dogmi religiosi. Ma di scientifico non c’è niente.

Ricordiamo invece che certi tipi di vaccini sono raccomandati in gravidanza, poiché tutelano la salute della madre e del futuro bambino. Possiamo solo immaginare la pericolosità di narrazioni che sostengono il contrario, nelle persone già predisposte ad accogliere le tesi di complotto più disparate.

Foto di copertina: geralt | Feto embrione

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