«Un gene virale viene iniettato nelle cellule dei vostri figli»: la guida della disinformazione No vax di Robert Malone

Segnaliamo un volantino che cerca di spaventare i genitori sui vaccini pediatrici anti Covid

Circola in Rete un volantino No vax che, rifacendosi alle affermazioni di Robert Malone, cerca di convincere i genitori a non vaccinare i bambini contro il nuovo Coronavirus. La tecnologia a mRNA sarebbe ancora sperimentale, inoltre si ignorerebbero gravi eventi avversi dovuti al contenuto genetico delle dosi somministrate e il collegamento delle Spike prodotte attraverso essi con eventi avversi letali. Parliamo dunque di una summa delle principali narrazioni complottiste emerse in questi ultimi due anni. Ecco perché se avete un figlio minore di 12 anni potete vaccinarlo senza alcuna ansia. Se avete dubbi è il vostro medico che dovete consultare, non i volantini trovati per caso nel web.

Per chi ha fretta:

  • Ogni riferimento alla presunta tossicità della proteina Spike nei vaccini non ha trovato supporto nei dati.
  • Non vi sono prove rilevanti di pericolosità nei bambini vaccinati.

Analisi

Il volantino si rifà alla narrazione diffusa da Robert Malone, come al solito definito erroneamente «inventore della tecnologia mRNA» nonostante lui stesso abbia smentito questa storia. Parte dalla premessa in base alla quale i vaccini sarebbero tossici e collegati a gravi eventi avversi al cuore e ai polmoni; conclude poi invitando i genitori a non vaccinare i propri bambini:

Il volantino No vax diffuso in Rete.

Vaccini sperimentali e tossici?

Cominciamo subito da un grande classico, la narrazione della proteina Spike tossica:

Un gene virale viene iniettato nelle cellule dei vostri figli. Questo gene costringe il corpo di vostro figlio a produrre proteine Spike – riporta il testo -; e ormai è noto che sono tossiche. Queste proteine spesso causano danni permanenti a: cervello e sistema nervoso; cuore e i vasi sanguigni […]; sistema riproduttivo.

Ne abbiamo parlato in diversi articoli (per esempio qui, qui e qui), riscontrando ogni volta l’infondatezza di tali tesi, anche mediante interviste a diversi esperti (qui, qui e qui). La proteina Spike (S) è l’antigene usato da SARS-CoV-2 per infettare le cellule. I vaccini anti-Covid danno alle cellule le sole informazioni per produrre la Spike, in modo da rendere il Sistema immunitario capace di prevenire l’infezione.

Secondo questa narrazione, i “Poteri forti” vorrebbero nasconderci i gravi eventi avversi dovuti alla tossicità della Spike, la quale porterebbe alla apoptosi (suicidio programmato) le cellule, scatenando la «tempesta di citochine» tipica dell’infiammazione polmonare della Covid-19 grave. Abbiamo dunque una confusione tra apoptosi – che avviene comunque nel nostro corpo consentendo il rinnovo continuo delle cellule – con la necrosi vera e propria dei tessuti. 

Secondo altre tesi No vax, il problema sarebbe insito nella maniera in cui i vaccini a mRNA codificano le Spike (trovate maggiori approfondimenti qui):

L’mRNA sintetico, sia di Pfizer che di Moderna, codifica l’intera proteina Spike (S). Ha delle regioni, all’inizio e alla fine, che in qualche modo sono state ingegnerizzate per avere una espressione molto efficiente dell’antigene – spiega il genetista Marco Gerdol a Open -, parliamo di una molecola di mRNA di circa quattromila nucleotidi. Non c’è nessun motivo per ritenere che [alcuni di questi, Ndr] siano particolarmente importanti rispetto agli altri. Potremmo considerare interessanti i primi 55, perché sono la parte non codificante che precede quella codificante la proteina vera e propria.

Dobbiamo ricordare che ogni cellula del nostro corpo produce normalmente 300/400 mila molecole di mRNA […] In una sola infezione influenzale nelle vie respiratorie vengono prodotti diversi triliardi di copie di genoma virale. Non si capisce poi perché la tempesta citochinica dovrebbe essere collegata al numero di molecole di mRNA. Come se venissero prodotte da qualsiasi tipo di cellula, e si distribuissero in maniera uniforme nel nostro Organismo, permanendo per diverse settimane

Molto abusato anche un report di Pfizer per il Governo giapponese (ne parliamo (qui e qui). Parliamo di una ricerca pre-clinica sui topi, presentata effettivamente nel 2020 alla Sanità del Paese:

Molto semplicemente, i ricercatori valutano come si concentra il vaccino nel corpo e come viene poi smaltito usando una proteina modello sui topi – spiegavamo in un articolo precedente -, non riscontrando alcun effetto tossico rilevante. Gli stessi autori spiegano che «non sono stati osservati risultati di tossicità indicativi di danno epatico negli studi di tossicità a dosi ripetute nei ratti.

Siamo sicuri che vaccinare i bambini serva e sia sicuro?

Dopo questa premessa il volantino va al nocciolo della questione, puntando il dito sui vaccini ai bambini, cercando così di infondere sfiducia nei genitori:

Chiedetevi se volete che vostro figlio faccia parte della sperimentazione più estrema della storia dell’umanità, perché purtroppo questo è […] i vostri figli non rappresentano un pericolo per i genitori o i nonni – continua il comunicato -; in realtà è il contrario. La loro immunità naturale, dopo aver contratto il Covid, potrebbe essere fondamentale per salvare la vostra famiglia, se non il mondo, da questa malattia.

Partiamo dal concetto di immunità naturale. Sappiamo già che le varianti Covid stanno creando evidenti problemi nei Paesi più indietro nelle campagne vaccinali. Già questo contraddice l’idea di lasciare che il contagio dilaghi per sconfiggere SARS-CoV-2. Anche in terapia intensiva generalmente ci finiscono i non vaccinati. Malone ha sostenuto effettivamente, che la durata dell’immunità mediata dai vaccini non sarebbe dimostrata. Avevamo visto che casomai è chi sostiene il contrario a non presentare fonti valide (quiqui e qui). Auspicare una immunità costruita su convalescenti e asintomatici non risulta plausibile e viene smentirla sono proprio gli studi più autorevoli.

Sono dei vaccini sperimentali?

I vaccini a mRNA non sono apparsi dal nulla. Parliamo di 30 anni di studi. Lo abbiamo spiegato in copiosi articoli, dalla catena di produzione alle interviste a esperti come Aureliano Stingi (PhD in Cancer Biology) del cui intervento riportiamo un estratto:

L’approvazione emergenziale è più che altro per poter commercializzare un farmaco quando hai intanto degli endpoint preliminari – continua Stingi – vuol dire che al posto di avere tutti gli endpoint (come, “il vaccino previene la trasmissione”), ci siamo fermati a “il vaccino previene la morte”. Una volta che avevamo quei numeri, e avevamo bisogno di quelli, i vaccini sono stati approvati.

Sono stati veloci i trial perché c’era una pandemia in atto ed era facile, sia reclutare persone, sia che queste si infettassero. È partito anche il trial per l’HIV ma durerà anni, perché fortunatamente in quel caso la gente non si infetta così facilmente. È il contesto della Covid-19 a rendere tutto più veloce. Non vorrei passasse il messaggio che siccome eravamo in emergenza abbiamo fatto le cose male. Non è così. I passaggi di sicurezza ci sono stati tutti. Non è che accettiamo qualsiasi cosa “solo” perché siamo in emergenza, ma è quest’ultima a velocizzare il processo.

I bambini non contribuiscono a diffondere il contagio negli adulti? Riportiamo un episodio per meglio trasmettere il concetto. Lo avevamo trattato in un articolo dello scorso settembre, dove invitavamo a non abbassare la guardia nelle scuole. Secondo report dei CDC americani in una scuola elementare californiana, un maestro (o una maestra) non vaccinato e positivo a SARS-CoV-2 aveva contagiato a lezione 14 bambini su 24 presenti in classe.

Si tratta di una piccola scuola elementare con 205 alunni e due insegnanti: ogni aula può contare tra 20 e 25 alunni. Tutto il personale è vaccinato, mentre i casi riguardano bambini a contatto con l’unico maestro non vaccinato – riportavamo nell’articolo -, le cose si complicano ulteriormente se consideriamo il fatto che i bambini a loro volta possono essere contagiosi e con la variante Delta sembrano meno protetti dalle forme gravi. Dall’indagine della Sanità americana, risulta che un alunno aveva partecipato a un pigiama party con almeno due compagni di classe. Tutti e tre sono risultati sintomatici.

Anche i genitori risultano esposti, quanto riportano i CDC nel report è emblematico: Tra i cinque adulti infetti, un genitore e l’insegnante non erano vaccinati; gli altri erano completamente vaccinati. Gli adulti vaccinati e un adulto non vaccinato erano sintomatici con febbre, brividi, tosse, cefalea e perdita dell’olfatto. Nessun altro membro del personale scolastico ha riferito di essersi ammalato.

Va inoltre ricordato che i bambini, per quanto meno esposti al rischio di forme gravi non ne sono esenti al 100%. Pensiamo ad esempio alla MIS-C (ne abbiamo parlato qui, qui e qui), una rara sindrome multi-sistemica associata alla Covid nei più giovani, che ha colpito anche dei bimbi italiani.

Conclusioni

Siamo di fronte a un caso di contesto falso: non solo manca una contestualizzazione adeguata; si distorcono anche le fonti trattate, anche se indirettamente, in quanto gli autori del volantino si rifanno a precedenti affermazioni di Malone. Così si trasmette una disinformazione piuttosto pericolosa, ben lungi dal proteggere i bambini, come invece chi ha redatto il testo vorrebbe prefiggersi di fare.

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