«Rula Jebreal con Amadeus a Sanremo», e si scatenano gli hooligan del Web

Dopo l’indiscrezione di Dagospia, in molti si sono scagliati contro la presenza della giornalista sul palco dell’Ariston

Potrebbe esserci anche la giornalista palestinese e docente all’Università di Miami, Rula Jebreal, tra le 10 donne che affiancheranno Amadeus nella conduzione del Festival di Sanremo 2020. L’indiscrezione, pubblicata da Dagospia, ha subito suscitato polemiche. «Chi affiancherà Amadeus a Sanremo 2020? Ogni sera ci saranno donne diverse: aggiungete alla lista Rula Jebreal. Il conduttore avrebbe incontrato la settimana scorsa in un famoso hotel di Milano la giornalista per chiederle di affiancarlo per una sera sul palco dell’Ariston. Lei avrebbe dato la sua disponibilità. La partecipazione andrà in porto?», si chiedono sul giornale di Roberto D’Agostino. Una possibile scelta che si inserirebbe coerentemente nelle intenzioni di scelta di Amadeus, direttore artistico della 70esima edizione del Festival che nei giorni scorsi, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva anticipato che durante la kermesse verrà affiancato da 10 donne diverse, due per ciascuna serata, assicurando che «Ognuna di loro porterà e racconterà qualcosa: può essere una riflessione più impegnata oppure un momento di spettacolo più leggero e all’insegna del divertimento».


Chi è Rula Jebreal? E perché il suo nome desta tanto scalpore? 

Rula Jabreal è una giornalista palestinese naturalizzata italiana, che ha collaborato con diverse testate tra cui Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, La7, RaiNews e con il programma di Michele Santoro Annozero. A puntare il dito sulla sua possibile partecipazione al Festival sono stati anzitutto i giornalisti de Il Giornale, che l’hanno definita «una prezzemolina cosmpolita del pensiero unico». E proprio con il vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, Rula Rula Jebreal aveva avuto un duro scontro durante la trasmissione Piazza Pulita, in cui la giornalista aveva definito Porro «Uomo bianco sessista».


Della stessa idea anche Marco Gervasoni, docente dell’Università del Molise salito ai “clamori” delle cronache per aver pubblicato dei tweet contenenti offese nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre. Gervasoni, in questo caso, ha twittato: «Mitica la definizione che ne diede in un talk show anni fa Sapelli “gnocca senza testa”. Aspettatevi un Sanremo pro clandestini, pro islam, pro lgbt, pro utero in affitto, pro sardine, pro investitori d’auto (purché con suv)». 

Anche Daniele Capezzone, giornalista de La Verità, ha criticato aspramente la possibile scelta. «Mi par di capire che con i soldi del canone #Rai #RulaJebreal potrebbe essere incaricata a #Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo – scrive Capezzone su Twitter –  Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020 – chiosa Capezzone – ci avete già rotto i c*****».

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