Achille Lauro, la scelta di stare «un passo indietro» ad Annalisa. E chi è Ziggy Stardust con cui ha omaggiato David Bowie

Il rapper romano, nella terza serata del festival, si è presentato sul palco nei panni di Ziggy Stardust e ha portato la fluidità di genere sul palco dell’Ariston

Sin da quando Achille Lauro si è spogliato durante la prima serata del Festival di Sanremo, per rimanere coperto da una tutina attillata nude e ricoperta di strass, non hanno fatto altro che rincorrersi paragoni col figure del passato. Ma chi si crede di essere Achille Lauro? David Bowie? Frank Zappa? Mick Jagger? Alice Cooper? Uno dei Kiss? Freddie Mercury? Steven Tyler? Renato Zero? Ma quel che è sfuggito ai più, è che la partita di Lauro non è stata giocata – in questo caso – sul profilo musicale, quando sull’uso di espedienti iconici e iconografici per arrivare a parlare d’altro. Lauro non ha mai osato paragonarsi musicalmente a nessuno dei mostri sacri della musica sopracitati, ma ha voluto rimandare attraverso alcune maschere a dei temi che, in sintesi, riconducono sempre alla scelta della libertà.


Achille Lauro omaggia David Bowie

E se nella sua prima spoliazione francescana, Achille Lauro ha voluto portare in scena la scelta del liberarsi dai beni materiali per votarsi invece al mondo spirituale, che è una sfera meno tangibile, più intima e anche, spesso, più fragile e combattuta dell’esser umano, questa volta il messaggio di Lauro si è fatto più tangibile, anche per chi fino a qualche ora prima ha alzato il dito contro di lui.


ANSA/ETTORE FERRARI | Achille Lauro e Annalisa durante la terza serata del Festival di Sanremo 2020

Perché nella terza serata del Festival per il suo duetto con Annalisa su Gli uomini non cambiano, Achille Lauro ha portato in scena un’altra mise, quella di Ziggy Stardust, una delle innumerevoli maschere di David Bowie, «anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica espressiva e sessuale – spiega Lauro – nonché di una mascolinità non tossica». 

Difatti, durante l’intera esibizione, Achille Lauro si presenta disinvolto in versione Ziggy Stardust, facendosi dirigere da una donna, e restando un passo indietro durante l’intera esibizione rispetto alla collega Annalisa.

Chi è Ziggy Stardust

Ziggy Stardust è una delle tante personalità di Bowie, benché lui l’abbia sempre definita un mero personaggio teatrale, che si presentava sul palco con abiti femminili sgargianti e sfarzosi, tute attillate che lasciavano intravedere tutto. Un volto spigoloso e pallido quasi alieno, i cui unici colori erano dati dai caleidoscopici trucchi sul volto e dalla folta chioma ramata.

David Bowie

Ziggy Stardust rappresenta infatti quella figura extraterrestre che giunge sulla terra con l’intento di salvarla, ritrovandosi però in un mondo Rock’n’Roll morente e fragile, fatto di crepe, di disgregazione dell’ego e della società, di isolamento e di emarginazione. E in questo contesto Ziggy Stardust sente l’esigenza di rimettere insieme non solo il mondo, ma progressivamente anche i pezzi del proprio ego, in modo quasi ossessivo, sconfinando infine nella vanità sfrenata e nell’egotismo autodistruttivo.

David Bowie

E Ziggy Stardust, sceso in terra con l’intento di salvarla, va anche all’ossessiva ricerca di un modo di ricollegare e riconnettersi all’umanità. Una ricerca di contatto umano che passa anche e soprattutto attraverso la più completa libertà sessuale, andando a letto sia con donne sia con uomini, alimentando e fagocitando il suo ego per sentirsi sempre più vivo, potente e onnipotente, ma facendo fallire la sua missione di salvare la terra. 

Una scelta continua tra l’io e il noi, tra l’individualismo e l’altruismo, che lo stesso Bowie decide di chiudere scegliendo di tendere la mano verso il prossimo, verso l’emarginato, dato il fallimento dalla bulimia egocentrica di Ziggy Stardust che l’ha ormai condotto alla follia, all’alienazione, al crearsi una gabbia intorno. Una gabbia le cui barre contengono ogni grammo della propria insostenibilità dell’essere Ziggy Stardust, pur lasciando ai posteri un esempio di libertà e lo sdoganamento del tabù della fluidità di genere.

Immagine di copertina: Achille Lauro durante la terza serata del Festival di Sanremo | Ansa

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