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Sanremo 2020, Junior Cally replica alle polemiche. E su Salvini: «È un pesce grosso, non gli rispondo»

04 Febbraio 2020 - 09:44 Redazione
Il rapper, dopo le polemiche, è sparito per qualche giorno, rifugiandosi nella sua casa, circondato dall'affetto dei genitori: «Il male più grande è stato quello psicologico», ha ammesso

«Io sono un cantante, non sono un politico. Matteo Salvini è un pesce grosso quindi non credo di rispondere ai suoi attacchi», queste le parole di Junior Cally che, dopo le polemiche dei giorni scorsi per i versi sessisti e violenti di Strega (brano del 2017, finito nella bufera con l’accusa di sessismo e di istigazione alla violenza contro le donne), parla con la stampa a bordo campo di una partita di calcetto, organizzata dal suo team con discografici e giornalisti, a poche ore dall’inizio del Festival di Sanremo.

«Non ha qualcosa di sbagliato, è un testo che va capito. La canzone rappresenta uno spaccato di società, ma io sono contro la violenza di ogni tipo. Le prime quattro righe di quella canzone sono un elogio alla non violenza. Poi esiste pure quella parte lì», ha spiegato.

Il rapper – romano, classe 1991, che ha inizialmente nascosto il suo vero volto dietro a una maschera antigas («per vivere la vita da rapper senza dover subire pregiudizi») – dopo le polemiche, è sparito per qualche giorno, rifugiandosi nella sua casa, circondato dall’affetto dei genitori: «Il male più grande è stato quello psicologico», ha ammesso. «Siamo partiti dal dire ‘chi è questo’ a essere il nemico pubblico numero 1».

«Mi fa strano che nessuno abbia detto niente sulla mia presenza fino a quando non è stata resa nota quella parte di testo», ovvero quella che fa accenno al leader della Lega Matteo Salvini. «Non posso dire che si sia scatenato tutto per questo motivo, ma certo mi viene da pensarlo».

«Questo Sanremo me lo immaginavo diverso, da sconosciuto. Arrivare lì in questa maniera è un’altra cosa. Lo affronterò con professionalità. Qualsiasi cosa accada devo rispettare quel palco, la musica italiana, la canzone che porto. Non ho paura delle possibili contestazioni, vedremo quello che arriverà. Polemiche? No grazie».

A Leggo, invece, ha parlato della sua vita privata, dei pregiudizi e del giudizio della gente: «Io non mi drogo, non mi sono mai drogato e la droga mi fa schifo. Solo qualche cannetta da ragazzo ma non ho mai usato droghe pesanti».

Chi dice il contrario è perché, dice, forse lo giudica con pregiudizio: «Per i tatuaggi, perché sono un rapper e questo è un marchio pesante che mi porto da quando sono piccolo. All’epoca i tatuaggi erano cose da carcerati. A Focene ci guardavano come fossimo i figli di Satana. Mi ricordo che un imprenditore vietava al figlio di frequentarmi perché diceva che ero drogato. Oggi io canto e il figlio è tossicodipendente». Ha votato 5 stelle «ma non lo rifarebbe» mai più: «Sardine tutta la vita».

Fonte video: Agenzia Vista | Alexander Jakhnagiev

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